Il messaggio, datato 24 giugno 2024, rivela un quadro complesso e potenzialmente problematico all’interno della gestione urbanistica milanese.
L’assessore alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi, si rivolge a Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione paesaggio comunale, richiedendo la sua presenza, accompagnata da un delegato o vice, a una sessione cruciale riguardante il Piano Attuativo San Leonardo, promosso dalla Diocesi nel quartiere Gallaratese.
La peculiarità di questa richiesta – l’esplicita necessità di un rappresentante alternativo a Marinoni – suggerisce un conflitto di interessi che ne preclude la partecipazione diretta.
Questo scambio epistolare, a giudizio del Giudice per le Indagini Preliminari, trascende una semplice gestione burocratica.
Esso costituisce un indizio significativo che dimostra la consapevolezza, da parte dell’assessore Tancredi, del reale dinamismo e delle dinamiche interne alla Commissione paesaggio.
L’esistenza di conflitti di interesse ricorrenti non era un’ipotesi teorica o un’eventualità remota, ma una realtà operativa, nota a chi ricopriva ruoli apicali nell’amministrazione comunale.
Il Piano San Leonardo, in sé, rappresenta un intervento urbanistico di rilevanza, legato a un’istituzione ecclesiastica e inserito in un contesto urbanistico specifico, il quartiere Gallaratese.
La sua approvazione e attuazione richiedevano una valutazione attenta e imparziale, con particolare riguardo alla compatibilità con il paesaggio urbano, le normative vigenti e le esigenze della comunità locale.
La presenza di conflitti di interessi all’interno della Commissione paesaggio, come suggerito dal messaggio di Tancredi, mina la credibilità del processo decisionale e solleva interrogativi sulla sua legittimità.
La richiesta di un sostituto per Marinoni, dunque, non è semplicemente una formalità amministrativa, ma una dichiarazione implicita di una situazione di criticità.
Essa evidenzia una consapevolezza, a livello politico, dell’esistenza di equilibri delicati e potenzialmente compromettenti, che richiedevano un’attenta gestione e una rigorosa aderenza ai principi di trasparenza e imparzialità.
La vicenda, nel suo complesso, rappresenta una finestra aperta su una realtà più ampia, quella dei rapporti tra potere politico, istituzioni ecclesiastiche e gestione del territorio, un campo minato di potenziali conflitti e opportunità di influenza.
Il messaggio di Tancredi a Marinoni si configura, quindi, come un tassello fondamentale per comprendere le dinamiche sottostanti a un processo urbanistico complesso e potenzialmente controverso.








