Un’architettura di corruzione, eretta su fondamenta di interpretazioni distorte e conflitti di interesse, ha compromesso l’integrità del sistema urbanistico milanese. Questa struttura deviata, operante nell’ombra per anni, ha manipolato le normative a proprio vantaggio, distorcendo la realtà e sovvertendo i principi cardine del diritto urbanistico. Il quadro emerso dalle indagini in corso, che si sono moltiplicate negli ultimi anni, rivela non una serie di episodi isolati, ma un meccanismo pervasivo che ha interessato i vertici dell’amministrazione comunale, permeando ogni livello del processo decisionale.La vicenda delle Park Towers, con il suo intreccio di abusi edilizi, lottizzazioni irregolari e falsificazioni progettuali, rappresenta solo una delle manifestazioni più evidenti di un fenomeno molto più ampio. La Procura di Milano, con la sua memoria depositata in vista dell’udienza del 23 luglio, ha delineato un sistema complesso e radicato, in cui la legalità è stata sistematicamente elusa. Le difese degli imputati, tra cui dirigenti comunali ed ex funzionari, hanno tentato di giustificare un sistema che, secondo la Procura, è stato giudicato anomalo e illegittimo dalla giurisprudenza più autorevole.Le sentenze della Corte Costituzionale, del Consiglio di Stato e della Corte di Cassazione hanno confermato la gravità delle alterazioni apportate alle normative urbanistiche, un giudizio ulteriormente amplificato dai provvedimenti d’urgenza adottati dai giudici, come sequestri di cantieri e palazzi, e dalle misure cautelari, tra cui l’arresto per corruzione di Giovanni Oggioni, ex dirigente comunale e figura chiave all’interno della Commissione Paesaggio, organismo centrale in questa distorsione.L’indagine non si limita a denunciare abusi specifici, ma solleva interrogativi fondamentali sull’etica pubblica e sulla responsabilità dei funzionari incaricati di garantire il rispetto delle leggi. L’esistenza di questo sistema rivela una profonda erosione dei principi di trasparenza, imparzialità e buon andamento dell’amministrazione pubblica, minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.L’azione della Procura, guidata dall’aggiunta Tiziana Siciliano, mira a ricostruire l’intera filiera di responsabilità, dal concepimento dell’abuso alla sua esecuzione, per accertare le condotte illecite e ripristinare l’ordine giuridico. La decisione della giudice Alessandra Di Fazio, che dovrà valutare se mandare a processo gli imputati, si preannuncia cruciale per il futuro della gestione urbanistica a Milano e per la riaffermazione dei valori di legalità e correttezza nell’amministrazione della cosa pubblica. La vicenda, al di là delle conseguenze giudiziarie, rappresenta un monito a rafforzare i controlli, a promuovere la trasparenza e a responsabilizzare i soggetti coinvolti nella gestione del territorio.
Corruzione a Milano: Un Sistema Deviato nell’Urbanistica
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