La lunga fuga di Flavius Savu, cittadino rumeno condannato in via definitiva a cinque anni di reclusione per estorsione, giunge al termine.
La sentenza, originariamente emessa in relazione a gravi intimidazioni rivolte all’ex rettore del santuario della Madonna della Bozzola a Garlasco, riemerge con forza, intrecciandosi al mistero irrisolto dell’omicidio di Chiara Poggi, evento che gettò la cittadina lombarda in un vortice di dolore e speculazioni.
Come ha precisato il suo legale, l’avvocato Roberto Grittini, la pena effettivo da scontare si attesta intorno ai quattro anni, tenuto conto del periodo di detenzione cautelare, pari a poco meno di un anno, già trascorso.
La ripresa della detenzione potrebbe preludere a un interrogatorio da parte dei magistrati pavesi, focalizzato in particolare su alcune affermazioni, giudicate “fantasiosa” e prive di riscontri oggettivi, rilasciate dallo stesso Savu in televisione durante la sua latitanza.
Queste dichiarazioni, formulate con la veste di “latinante”, suggerivano un legame, per quanto nebuloso, tra presunti incontri di natura privata all’interno del santuario e il tragico epilogo che vide vittima Chiara Poggi.
Le indagini hanno ricostruito un quadro inquietante: Savu, con l’aiuto di un complice, anch’egli rumeno, avrebbe ripetutamente estorto ingenti somme di denaro a don Gregorio Vitali e don Pietro Rossoni, rispettivamente rettore e vicerettore del santuario, minacciandoli di divulgazione di registrazioni audio e video compromettenti.
Le registrazioni, a quanto pare, documentavano incontri di natura sessuale.
L’inchiesta, originariamente incentrata sul racket ai danni dei due ecclesiastici, ha visto l’acquisizione degli atti da parte della Procura di Pavia, inserendoli nel fascicolo relativo ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, attualmente imputato per l’omicidio avvenuto a Garlasco diciotto anni fa.
Questa scelta investigativa non è casuale.
Oltre alle dichiarazioni rilasciate da Massimo Lovati, uno dei legali di Sempio, che insinuano la possibilità che Chiara abbia scoperto segreti oscuri legati a presunti incontri illeciti all’interno del santuario, rilevano le analogie tra le affermazioni televisive di Savu e il memoriale consegnato dai difensori del nipote di Savu, detenuto per omicidio.
Un memoriale che ripercorreva le stesse dinamiche suggestive e finora prive di fondamento.
Non si esclude, pertanto, che Savu possa essere sottoposto a un interrogatorio specifico su tali connessioni, definite “suggestive” e finora non supportate da prove concrete.
Nel frattempo, a Milano, riprende l’incidente probatorio: una squadra di esperti forensi si applicherà alla ricerca di impronte latenti su alcuni residui di rifiuti sequestrati sul luogo del delitto il giorno dell’omicidio, nel tentativo di recuperare indizi che possano contribuire a fare luce su una vicenda ancora avvolta nel mistero e che continua a tormentare la comunità di Garlasco.
La speranza è che queste nuove indagini, pur tardive, possano finalmente rivelare la verità sulla tragica scomparsa di Chiara Poggi e portare alla giustizia i responsabili.