La recente partecipazione al Corso di Formazione Specifico per Medici di Medicina Generale in Lombardia, con una presenza di soli 306 medici su un totale di oltre 600 iscritti, solleva interrogativi profondi sulla tenuta e sull’efficacia del sistema formativo regionale.
La Libera Associazione Medicina Generale (LAMG) lancia un allarme severo, evidenziando un potenziale mismatch tra l’offerta formativa e le reali esigenze del sistema sanitario lombardo, un problema che rischia di compromettere la copertura assistenziale.
Con un fabbisogno stimato di 390 nuovi medici di famiglia entro il 2025, la LAMG teme che i posti disponibili non vengano sufficientemente colmati, con conseguenze dirette sulla salute della popolazione.
Il documento presentato all’Assessore Bertolaso e destinato all’audizione in commissione Sanità, non si limita a segnalare la potenziale carenza di medici, ma ne sviscera le cause.
La critica principale riguarda la percezione di scarsa qualità e rilevanza del percorso triennale, un feedback costante e diffuso tra i tirocinanti.
Le segnalazioni, raccolte in maniera continuativa, descrivono un ambiente formativo che appare inadeguato a preparare i futuri medici di famiglia per le sfide dell’assistenza primaria.
L’esperienza ospedaliera, elemento cruciale del percorso, viene giudicata inefficace, con i tirocinanti che lamentano una marginalizzazione pressoché totale dalle attività cliniche, un distacco che impedisce un apprendimento pratico significativo.
Il problema non si esaurisce nella sola dimensione pedagogica.
La disparità economica tra le borse di studio destinate ai tirocinanti in medicina generale e quelle riservate agli specialisti rappresenta un ulteriore elemento di demotivazione.
Questa differenza, percepita come una svalutazione del ruolo del medico di famiglia, rischia di scoraggiare i giovani medici ad intraprendere questa carriera.
La LAMG, pertanto, esorta la Regione Lombardia a un cambio di paradigma.
Non si tratta di un mero aggiustamento marginale, ma di una revisione strutturale della formazione, un investimento strategico volto a rafforzare il presidio territoriale.
È necessario ripensare i contenuti, le metodologie didattiche e le modalità di valutazione, favorendo un approccio più centrato sul paziente e integrato con le realtà locali.
L’obiettivo è creare un percorso formativo stimolante, economicamente sostenibile e realmente in grado di preparare i medici di famiglia alle complesse sfide dell’assistenza primaria, garantendo così la continuità dell’assistenza e la salute dei cittadini lombardi.
Si tratta di un investimento nel futuro del sistema sanitario regionale, un futuro che dipenderà dalla capacità di attrarre e formare medici di famiglia competenti e motivati.