sabato 2 Agosto 2025
23.4 C
Milano

Fuga a Malpensa: Arresto di francese con passaporto marocchino

L’intercettazione a Malpensa di un cittadino francese di ventiquattro anni, nato in Francia da genitori di origine marocchina, ha sollevato una complessità di implicazioni che trascendono la semplice operazione di polizia.
L’arresto, eseguito dalla Polizia di Stato in stretta collaborazione con le autorità giudiziarie francesi, rivela una rete di sorveglianza internazionale e solleva interrogativi sulla radicalizzazione e la mobilità dei soggetti a rischio.

L’uomo, già noto alle autorità francesi e precedentemente detenuto per coinvolgimento in attività legate al terrorismo jihadista, era evaso dagli obblighi di presentazione periodica prescritti dal regime penitenziario.
La sua fuga, pianificata e attuata, dimostra una capacità di elusione che rende cruciale l’implementazione di sistemi di controllo transfrontalieri sempre più sofisticati.

L’identificazione del soggetto, segnalato come passeggero in partenza da Malpensa, è stata resa possibile grazie all’efficacia dei sistemi informatici di polizia, che hanno permesso agli agenti di frontiera aerea di rintracciare il volo su cui l’uomo si stava imbarcando.
La rapidità di reazione è stata determinante: l’individuazione del passeggero a bordo di un aereo diretto in Bahrein, già in fase di rullaggio in pista, ha richiesto un intervento immediato e coordinato.

La decisione di bloccare il decollo, presidiata congiuntamente dalla Polizia e dall’ente gestore dell’aeroporto, ha rappresentato una misura preventiva volta a impedire un potenziale trasferimento in un’area geografica di particolare interesse per le attività di radicalizzazione e reclutamento.
Il Bahrein, situato in una regione strategica, potrebbe aver costituito una tappa intermedia per un trasferimento in un’area ancora più complessa e pericolosa.
L’arresto, condotto dalla Polaria e dalla Digos di Varese, si è basato su un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità francesi, a riprova della natura transnazionale della minaccia terroristica e della necessità di una cooperazione giudiziaria e di polizia a livello europeo.

La presenza di personale specializzato della Digos sottolinea la complessità delle indagini, che richiedono competenze specifiche nell’ambito della lotta al terrorismo e della criminalità organizzata.

Attualmente, l’uomo si trova detenuto a Busto Arsizio, a disposizione della Corte d’Appello di Milano, dove saranno definite le modalità e i tempi dell’estradizione verso la Francia.
Il caso solleva questioni cruciali riguardanti il monitoraggio dei soggetti radicalizzati, l’efficacia dei sistemi di sorveglianza transfrontalieri e la cooperazione internazionale nella lotta al terrorismo, evidenziando la necessità di una risposta globale e coordinata a una minaccia che non conosce confini.

L’episodio riflette, inoltre, la crescente importanza della profilazione dei rischi e dell’analisi predittiva nel contrasto all’estremismo violento, al fine di prevenire nuovi tentativi di fuga e di trasferimento di individui potenzialmente pericolosi.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -