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Gavardo, Brescia: Arrestati per sequestro e torture, orrore in villa.

La comunità di Gavardo e l’intera provincia di Brescia sono state scosse da un crimine di inaudita gravità, che ha portato all’arresto di Matteo Venturelli, 42 anni, e Massimiliano Scarano, 31 anni, entrambi residenti nel comune bresciano.

Le accuse, formulate dalla Procura della Repubblica e sostenute da un’approfondita attività investigativa dei Carabinieri, sono di gravissimo impatto: sequestro di persona, tortura e violenza sessuale aggravata, connotata da elementi di estrema crudeltà che ne esasperano la perfidia.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la vicenda si è consumata nella notte del 9 settembre scorso.

Una giovane donna, di origini brasiliane e dedita all’attività di escort, era stata invitata a partecipare a una serata in una villa di Soprazocco, proprietà di uno degli indagati.
Ciò che doveva essere un momento di svago si è rapidamente trasformato in un incubo, con una dinamica allarmante e premeditata.
Gli investigatori hanno raccolto elementi che suggeriscono una pianificazione accurata.
La vittima, apparentemente ignara del pericolo imminente, sarebbe stata costretta, attraverso l’inganno e la coercizione, ad assumere sostanze stupefacenti, sottraendole così la capacità di opporsi e di reagire.

Seguito da un’escalation di violenza fisica e sessuale, caratterizzata da elementi di particolare brutalità e disumanità, mirati a infliggere sofferenza psicologica ed emotiva al di là della semplice sfera fisica.

Il dettaglio della crudeltà non è stato reso pubblico per tutelare la sensibilità dell’opinione pubblica e proteggere la vittima da ulteriori traumi.

Il sequestro di persona ha avuto una durata prolungata, estendendosi fino alle prime ore dell’11 settembre.
In quello lasso di tempo, la donna è stata mantenuta prigioniera, in stato di grave vulnerabilità, all’interno dell’abitazione.

Solo quando ormai priva di sensi, è stata abbandonata lungo una strada secondaria di Polpenazze del Garda, con le mani e i piedi legati, in un tentativo calcolato per ritardare il ritrovamento, depistare le indagini e ostacolare l’identificazione dei responsabili.

L’aggravante della legatura, a detta degli inquirenti, riflette un disegno ulteriore: negare alla vittima la possibilità di chiedere aiuto immediatamente.
La scoperta del corpo, avvenuta la mattina dell’11 settembre, grazie alla prontezza di alcuni passanti che hanno immediatamente allertato i soccorsi, ha dato inizio a un’indagine complessa e meticolosa.

I Carabinieri, attraverso un lavoro investigativo serrato che ha compreso l’analisi di testimonianze, la perizia di reperti e l’approfondimento degli elementi raccolti, sono riusciti a identificare e arrestare i due presunti responsabili.
L’inchiesta rimane in corso e si prefigge di accertare tutti gli aspetti della vicenda, ricostruendo il quadro completo delle responsabilità e verificando la possibile esistenza di ulteriori complici o elementi non ancora emersi.
L’evento ha sollevato interrogativi profondi sulla sicurezza delle persone, sul fenomeno della prostituzione e sulla necessità di rafforzare i controlli e le misure di prevenzione per contrastare la criminalità e tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione.

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