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Granelli Assolto: Un’Opportunità per Rivedere la Mobilità Urbana

L’assoluzione dell’assessore comunale milanese Marco Granelli, giunta a conclusione di due processi in abbreviato incentrati su incidenti stradali e la successiva progettazione di infrastrutture ciclabili, è un momento che suscita riflessioni complesse e richiede un’analisi approfondita che vada oltre la semplice celebrazione di un esito processuale.

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Pur esprimendo comprensibile sollievo, l’assessore ha immediatamente volto il pensiero alle vittime, due donne tragicamente scomparse e a tutte le altre persone che hanno subito le conseguenze devastanti della violenza stradale.
Questo gesto, lungi dall’essere una semplice formalità, sottolinea la gravità delle responsabilità che incombono su chi, come lui, opera nel campo della mobilità urbana.
La sentenza, pur liberando l’assessore e altri tre dirigenti dalle accuse di concorso in omicidio stradale, non può essere interpretata come una chiusura definitiva sulla questione.

Essa evidenzia, al contrario, la necessità impellente di un cambio di paradigma nella pianificazione e gestione della mobilità, un approccio che superi la logica del “rispetto del codice” per abbracciare una visione olistica che metta al centro la sicurezza e la vulnerabilità degli utenti della strada.

Granelli ha giustamente sottolineato come la tecnologia disponibile possa ridurre drasticamente il rischio di incidenti, in particolare quelli legati all’angolo cieco, una criticità che ha contribuito alle tragedie al centro dei processi.

L’adozione e l’implementazione di sistemi avanzati di assistenza alla guida, uniti a una progettazione urbana che favorisca la visibilità e la separazione dei flussi di traffico, diventano imperativi morali e civili.
La vicenda, tuttavia, pone interrogativi cruciali sulla responsabilità collettiva.

Non si tratta solo di incolpare singoli individui, ma di interrogare i processi decisionali, le priorità politiche e le logiche di pianificazione urbana che hanno portato a una situazione in cui la sicurezza stradale è ancora troppo spesso compromessa.

Il pensiero dell’assessore rivolto ai dirigenti e progettisti che operano nel settore della mobilità sottolinea la necessità di valorizzare il lavoro di questi professionisti, offrendo loro strumenti, risorse e un quadro normativo adeguato per svolgere la loro missione al meglio.
È fondamentale sostenere una classe di esperti che, con competenza e dedizione, si impegna a rendere le nostre città più sicure e vivibili.
La fiducia nella giustizia, espressa dall’assessore, è un elemento positivo che contribuisce a rafforzare il sistema democratico e a garantire la trasparenza dei processi decisionali.
Tuttavia, è essenziale che questa fiducia sia accompagnata da un costante impegno per migliorare, innovare e, soprattutto, prevenire.
Le motivazioni delle sentenze, attese per tra trenta giorni, potranno fornire ulteriori elementi di analisi e suggerire possibili indirizzi per il futuro.
La vicenda si configura, dunque, non come una conclusione, ma come un punto di partenza per un profondo ripensamento della mobilità urbana e della responsabilità collettiva nei confronti della sicurezza stradale.

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