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mercoledì 5 Novembre 2025

Milano, Piazza Gaza: manifestazione contro il conflitto israelo-palestinese

A Milano, il cuore pulsante della città, si è sviluppata una mobilitazione di ampio respiro, un atto di contestazione che ha visto Piazza della Scala, teatro di storia e arte, trasformarsi in un palcoscenico di voci dissenzienti.
La piazza, da tempo oggetto di riappropriazione simbolica da parte di movimenti pro Palestina, ribattezzata “Piazza Gaza” dai manifestanti, ha fatto da cornice a una manifestazione volta a smascherare le narrazioni fuorvianti e a denunciare le responsabilità politiche e le implicazioni economiche del conflitto israelo-palestinese.

L’evento, animato da una coalizione eterogenea di collettivi e movimenti – tra cui Cub, Potere al Popolo, Cambiare Rotta e i Centri Sociali Autogestiti come CSA Vittoria – ha assunto una natura non solo di protesta, ma di una denuncia più ampia, estendendosi a un’analisi critica delle politiche governative e del loro legame con un’economia bellica che alimenta il conflitto.
La manifestazione non si è limitata a esprimere solidarietà al popolo palestinese, ma ha aspirato a svelare le dinamiche di potere che sottendono la propaganda sionista e a evidenziare le complicità, reali o presunte, della giunta Sala.
Il corteo, un fiume umano di bandiere e slogan, si è mosso lungo Corso Garibaldi, diretto verso il CAM Falcone e Borsellino.
Il tragitto, scelto in modo simbolico, si è incrociato con la commemorazione del trentesimo anniversario dell’assassinio di Yitzhak Rabin, ex premier israeliano, un evento che, per i manifestanti, rappresenta una ferita aperta nella storia del conflitto e un monito contro la violenza.
La presenza massiccia delle forze dell’ordine ha garantito un controllo costante e capillare del corteo, segnando un’ulteriore dimensione della mobilitazione: la consapevolezza di agire in un contesto di sorveglianza e repressione, ma anche la determinazione a non rinunciare al diritto di manifestare e di esprimere dissenso.

La manifestazione ha rappresentato un atto di rivendicazione democratica e un invito a riflettere sulle radici profonde del conflitto israelo-palestinese, invitando la società civile a confrontarsi con le responsabilità individuali e collettive che ne derivano.
Il corteo, oltre ad essere una protesta, è stato un tentativo di creare uno spazio di riflessione pubblica e di sollecitare un cambiamento di prospettiva nelle politiche internazionali.

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