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Nuova speranza contro il tumore al polmone: via libera a Chewbacca

La lotta contro il tumore al polmone, una delle neoplasie più diffuse e letali in Italia, dove si stimano 44.831 nuove diagnosi nel 2024, si arricchisce di una promettente iniziativa quinquennale.

Finanziata dalla Fondazione Umberto Veronesi Ets e guidata dall’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, questa piattaforma di ricerca ambiziosa mira a ridefinire gli approcci diagnostici e terapeutici attraverso la medicina di precisione.

Al centro del progetto si trova l’innovativo programma “Chewbacca”, un’avanguardia nella cura personalizzata che sfrutta il potenziale delle cellule immunitarie per combattere la malattia.

Il programma “Chewbacca”, sviluppato nella Divisione di Immunologia, Trapianti e Malattie Infettive del San Raffaele, persegue un obiettivo fondamentale: l’induzione di risposte immunitarie altamente specifiche, potenti e di lunga durata, completamente adattate alle caratteristiche genetiche e molecolari di ciascun paziente affetto da tumore al polmone.

L’approccio si discosta dalle terapie tradizionali, mirando a superare i limiti attuali e a personalizzare il trattamento in base al profilo unico di ogni individuo.
Negli ultimi anni, l’immunoterapia ha rappresentato una rivoluzione nel trattamento di diversi tumori solidi avanzati, offrendo nuove speranze per i pazienti.

Tuttavia, la risposta a questi trattamenti rimane limitata a una frazione dei pazienti e, spesso, la previsione della risposta terapeutica è incerta.

Il progetto “Chewbacca” si propone di affrontare questa problematica attraverso una strategia innovativa.

Il fulcro dell’iniziativa risiede nello sviluppo di una nuova immunoterapia personalizzata, capace di generare rapidamente linfociti T altamente reattivi, in grado di riconoscere e attaccare in maniera mirata il tumore specifico di ogni paziente.
Questo processo si basa su un sistema di “addestramento” *in vitro*, dove le cellule immunitarie del paziente vengono esposte a frammenti delle mutazioni presenti nel loro tumore.
Queste mutazioni vengono veicolate attraverso cellule B, opportunamente modificate e ingegnerizzate in laboratorio, creando una piattaforma di presentazione antigenica personalizzata.

Questo approccio ingegnoso elimina la necessità di ricorrere a campioni di tessuto tumorale freschi o all’isolamento di linfociti infiltranti, semplificando notevolmente il processo e accelerando la disponibilità di terapie personalizzate.

La piattaforma, pertanto, non solo accelera la produzione di cellule T reattive, ma riduce anche i costi e la complessità della terapia.
La sinergia di competenze scientifiche di alto livello, riunite in questo progetto, alimenta la speranza di generare risultati tangibili e duraturi, che potrebbero estendersi anche ad altre forme di tumore solido.
Valentina Gambino, coordinatrice delle piattaforme di ricerca e cura della Fondazione Umberto Veronesi, sottolinea come questo lavoro possa segnare una svolta nell’immunoterapia personalizzata, aprendo nuove prospettive per il futuro della cura del cancro.
La ricerca si concentra quindi non solo sulla risposta immunitaria diretta, ma anche sullo sviluppo di biomarcatori predittivi per identificare i pazienti più adatti a beneficiare di questo tipo di terapia.

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