A distanza di diciotto anni, la vicenda di Chiara Poggi riemerge con inediti tasselli, alimentando un dibattito che si trascina da troppo tempo.
I carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, nell’ambito della nuova indagine condotta dalla Procura di Pavia, hanno sentito come testimone una fotografa amatoriale, custode di immagini che potrebbero riscrivere la narrazione dei fatti del 13 agosto 2007.
Le fotografie, risalenti alle ore immediatamente successive all’omicidio, ritraggono Andrea Sempio, ora nuovamente indagato, di fronte alla sua abitazione a Garlasco.
La loro divulgazione, avvenuta tramite la youtuber Francesca Bugalalla, ha generato un’ondata di reazioni e interrogativi, non tanto per la loro esistenza in sé, quanto per la tempistica e le implicazioni che derivano dalla loro inedita pubblicazione.
Le immagini, una manciata, sette o otto, documentano non solo l’arrivo di Sempio, ma anche l’intervento delle forze dell’ordine e la presenza del pubblico ministero di turno.
La loro analisi forense si prefigge di ricostruire con maggiore precisione chi abbia avuto accesso alla villetta, potenzialmente permettendo di chiarire l’identità delle persone che hanno potuto interagire con la scena del crimine in quelle cruciali ore.
L’avvocata Angela Taccia, difensore di Sempio insieme all’avvocato Liborio Cataliotti, ha espresso una valutazione che getta luce su una possibile interpretazione delle fotografie.
Secondo la difesa, le immagini non contraddicono, bensì confermano la versione dei fatti rilasciata dallo stesso Sempio.
Questa affermazione suggerisce una volontà di presentare le fotografie come un elemento di prova a supporto della narrazione fornita dall’indagato, minimizzando eventuali elementi che potrebbero insinuare colpevolezza.
La richiesta della difesa di reperire ulteriori immagini, in particolare video o fotografie della piazza ducale di Vigevano, sottolinea l’importanza di ricostruire la cronologia degli eventi di quel giorno, con l’obiettivo di dirimere definitivamente le controversie relative allo scontrino.
Questa richiesta, più che una semplice ricerca di elementi probatori, appare come un tentativo di creare un quadro complessivo degli eventi, sperando di dissipare i dubbi e le incertezze che ancora avvolgono la vicenda, e che alimentano un clima di sospetto e di apparente mistero.
La speranza è quella di giungere a una verità completa, che possa finalmente restituire dignità alla memoria di Chiara Poggi e porre fine a una dolorosa attesa di giustizia.




