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mercoledì 5 Novembre 2025

Palmeri, nuova accusa di corruzione: riaperta l’indagine Doppia Curva

Il consigliere comunale e regionale Manfredi Palmeri, precedentemente imputato, è ora rientrato nella fase di indagine preliminare con un’accusa significativamente più gravosa: corruzione di persona incaricata di pubblico servizio nell’esercizio delle sue funzioni.
La decisione, presa dal collegio giudicante presieduto da Giuseppe Cernuto e sotto la direzione del pubblico ministero Paolo Storari, ha temporaneamente sospeso il dibattimento in corso davanti al Tribunale di Milano, restituendo gli atti alla Procura.
La modifica dell’accusa rappresenta un punto di svolta cruciale.
I giudici hanno esplicitamente definito la nuova contestazione come “fatti nuovi”, tali da rendere l’imputazione radicalmente diversa rispetto alla precedente, che riguardava il concorso in corruzione tra privati.
Questa distinzione fondamentale ha portato alla necessità di una nuova fase investigativa, permettendo l’utilizzo di prove precedentemente escluse.
Il difensore di Palmeri, l’avvocato Domenico Aiello, ha qualificato la mossa della Procura come un tentativo di “procedimento disciplinare”.
L’inchiesta, denominata “Doppia Curva”, condotta congiuntamente dalla DDA di Milano, dalla Squadra Mobile della Polizia e dalla Guardia di Finanza, aveva inizialmente accertato che Palmeri avrebbe ricevuto un quadro dell’artista cinese Liu Bolin, del valore di undici mila euro, da Gherardo Zaccagni, amministratore di KisseFly, il quale ha optato per il patteggiamento.

In cambio, Palmeri avrebbe apparentemente affidato a KisseFly la gestione dei parcheggi durante i concerti del 2024.

Le nuove indagini, rese possibili dall’ammissibilità di intercettazioni precedentemente non utilizzabili, hanno svelato scenari più complessi e incriminanti.

Oltre al quadro, si configurano ulteriori “utilità” ricevute da Palmeri: la promessa, mediata attraverso prestanome, di una partecipazione in una società (“Newco”) di Zaccagni, aggiudicataria di parcheggi presso centri commerciali, e favori durante le elezioni regionali del febbraio 2023.
Secondo le nuove accuse, Zaccagni avrebbe incentivato i propri dipendenti a votare per Palmeri, offrendo una somma di cinquanta euro a condizione della sua elezione e impiegandoli per attività di volantinaggio elettorale.
Questo quadro complessivo suggerisce un sistema di scambio di favori ben più ampio e strutturato, che va al di là della semplice corruzione patrimoniale, sollevando interrogativi sulla collusione tra esponenti politici e operatori economici nel settore dei servizi, con implicazioni potenzialmente rilevanti per la correttezza dei processi decisionali a livello comunale e regionale.

La riapertura delle indagini si preannuncia quindi cruciale per ricostruire la dinamica completa degli eventi e per accertare le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti.

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