L’interlocuzione tra l’amministrazione comunale di Milano e Confcommercio, innescata dalla prospettiva di un aumento della tassa di soggiorno in vista delle Olimpiadi invernali del 2026, solleva un dibattito più ampio sulla sostenibilità del turismo e sulla distribuzione dei costi che ne derivano.
Il sindaco Giuseppe Sala, nel replicare alle resistenze dell’associazione di categoria, ha messo in luce una disomogeneità evidente nel trattamento delle città italiane, evidenziando come realtà come Roma, Firenze, Verbania e Rimini presentino un rapporto tra visitatori e residenti significativamente più alto rispetto a Milano.
La richiesta di “equiparazione” non si configura, dunque, come una pretesa arbitraria, ma come un tentativo di armonizzazione che tenga conto delle specificità territoriali e delle diverse capacità di assorbimento turistico.
La differenza, sottolineata dal sindaco, risiede nella composizione stessa del flusso turistico: Milano, con un’incidenza del 60% di visitatori stranieri, vede la tassa di soggiorno gravare in misura preponderante su soggetti esterni alla comunità locale.
L’accento posto dal sindaco Sala rivela un’urgenza di ripensare il modello di gestione del turismo urbano.
Non si tratta unicamente di generare entrate, ma di garantire che i benefici derivanti dal flusso turistico siano bilanciati dalla responsabilità di sostenere i costi infrastrutturali e i servizi essenziali.
Milano, in particolare, si trova a dover gestire un afflusso di circa 10 milioni di turisti, un numero che comporta oneri considerevoli in termini di trasporti, sicurezza, pulizia, manutenzione e offerta di servizi sociali.
L’opposizione di Confcommercio, pur comprensibile da un punto di vista di tutela degli interessi delle imprese associate, viene interpretata dal sindaco come una miopia che ignora il bene comune.
È imperativo che le associazioni di categoria superino una visione puramente corporativa e abbraccino una prospettiva più ampia, comprendendo che la vitalità economica della città dipende dalla sua capacità di offrire un’esperienza turistica di alta qualità e di sostenere un equilibrio duraturo tra residenti e visitatori.
Un’analisi costi-benefici onesta deve considerare che un turismo sostenibile è un investimento nel futuro di Milano, e che la condivisione degli oneri che ne derivano è un dovere di tutti.
La questione, in ultima analisi, non è solo una questione di tasse, ma di responsabilità collettiva e di visione strategica per il futuro della città.