Nella cornice suggestiva della Schiranna, a Varese, dove la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, era attesa per la tradizionale festa dell’Unità, un atto di vandalismo ha tentato di offuscare un momento di celebrazione e confronto politico.
L’impatto iniziale per i volontari impegnati nella preparazione dell’evento è stato quello di uno scenario deturpato: tendoni e spazi dedicati alla festa imbrattati con simboli e messaggi che evocano una storia di oppressione e intolleranza.
L’imbrattamento, perpetrato in un’azione notturna, non si è limitato a graffi e scritte.
Un furto ha aggravato l’offesa: una bandiera raffigurante il volto di Ernesto “Che” Guevara è stata sottratta, un gesto che, al di là del valore materiale, appare come un tentativo di colpire un simbolo di lotta per la giustizia sociale e l’emancipazione.
L’assenza di una rivendicazione esplicita non inficia l’interpretazione dei simboli utilizzati: svastiche, croci celtiche, e altre espressioni scritte che denunciano inequivocabilmente una matrice ideologica di estrema destra.
Questi segni, carichi di un passato di violenza e discriminazione, rappresentano un’aggressione non solo al Partito Democratico, ma all’intero tessuto democratico e ai valori di inclusione e rispetto che esso promuove.
Alice Bernardoni, segretaria provinciale del PD, ha espresso la sua condanna, sottolineando con fermezza l’inaccettabilità di tali azioni.
La risposta del partito non è quella della paura, bensì un rafforzamento dell’impegno antifascista.
La segretaria ha affermato che chi compie gesti di questo tipo “perde tempo”, riconoscendo l’inefficacia della violenza e dell’intimidazione nel contrastare le idee e le proposte democratiche.
L’episodio, purtroppo, non è un evento isolato.
Si inserisce in un contesto più ampio di tensioni sociali e politiche, in cui la riemersione di ideologie estremiste rappresenta una sfida per la tenuta democratica del paese.
La pulizia dei graffiti e la sostituzione della bandiera sottratta non sono solo un atto di ripristino materiale, ma un gesto simbolico di resilienza e di difesa dei valori fondamentali di libertà, uguaglianza e solidarietà.
È un monito a vigilare costantemente e a contrastare ogni forma di intolleranza e discriminazione, ricordando che la memoria del passato deve servire da lezione per costruire un futuro più giusto e pacifico.








