Il settore cosmetico italiano all’avanguardia nella sostenibilità: un’analisi approfondita dell’Osservatorio Green EconomyIl settore cosmetico italiano si conferma protagonista di una trasformazione profonda e inarrestabile verso la sostenibilità, un percorso non solo auspicabile, ma ormai imprescindibile per la competitività globale.
Lo rivela il secondo Osservatorio sulla sostenibilità del settore, presentato a margine della Milano Beauty Week e condotto dall’Università Bocconi e dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con un campione rappresentativo che riflette il 42,4% del fatturato totale del settore.
I risultati, significativamente superiori rispetto alla precedente edizione, testimoniano un impegno crescente e un’evoluzione concreta nelle pratiche aziendali.
L’adozione di soluzioni di packaging innovative e rispettose dell’ambiente è un elemento chiave di questa transizione.
L’85% delle aziende intervistate impiega materiali riciclati, con una forte propensione verso contenitori facilmente riciclabili (81%), caratterizzati da un basso contenuto di plastica (70%), un design che minimizza i materiali (56%), la possibilità di essere ricaricati (54%) o disassemblati (48%).
Questa attenzione al ciclo di vita del prodotto non è solo una risposta alle crescenti richieste dei consumatori, ma anche un fattore strategico per la crescita aziendale: le aziende più virtuose dimostrano una maggiore capacità di competere a livello internazionale, un concetto ribadito dal presidente di Cosmetica Italia, Benedetto Lavino, sottolineando come la sostenibilità debba essere un motore di progresso, non un obbligo imposto.
L’impegno si estende all’efficienza energetica, con il 76% dell’energia consumata proveniente da fonti rinnovabili e quasi la metà delle aziende (48%) che utilizza esclusivamente energia rinnovabile, sia acquistata che autoprodotta.
Un elemento particolarmente positivo riguarda il capitale umano: nove dipendenti su dieci hanno un contratto a tempo indeterminato e la forza lavoro è prevalentemente femminile (65%, con una presenza significativa anche nei ruoli di quadro e dirigente, pari al 50%).
L’equità interna si riflette anche nella politica retributiva, con il 72% delle imprese che eroga premialità basate sui risultati raggiunti, e un forte investimento nella salute e sicurezza dei dipendenti, attraverso l’analisi dei rischi da stress lavoro correlato (74%) e l’assistenza sanitaria integrativa (69%).
Il legame con il territorio si manifesta nella forte presenza di fornitori italiani (80%) ed europei (94%).
La gestione responsabile delle risorse idriche rappresenta un’area di miglioramento, anche se le aziende stanno implementando strategie come il monitoraggio dei consumi (76%), il recupero dell’acqua da produzione e riscaldamento (33%) e la depurazione delle acque di scarico (30%).
Similmente, la gestione dei rifiuti vede l’adozione della raccolta differenziata nelle linee produttive (70%), iniziative per incrementare il recupero dei rifiuti (61%) e la dematerializzazione dei documenti (54%).
L’analisi dell’Osservatorio estende lo sguardo alla filiera, evidenziando ulteriori buone pratiche: l’illuminazione a LED (93%), il monitoraggio dei consumi (93%) e l’acquisto di energia rinnovabile con certificati di garanzia (71%).
La filiera si distingue anche per il riutilizzo di scarti e sottoprodotti (64%) e per l’adozione di soluzioni di imballaggio sostenibili (93%).
La crescente consapevolezza si traduce in un approccio olistico, che abbraccia non solo l’ambiente, ma anche il benessere dei lavoratori e la responsabilità sociale.
In sintesi, l’Osservatorio Green Economy del settore cosmetico italiano non è solo un report di dati, ma un vero e proprio manifesto di un cambiamento culturale profondo.
Le sfide future, come l’ulteriore ottimizzazione della gestione delle risorse idriche, richiedono un impegno continuo e una collaborazione sinergica tra tutti gli attori della filiera, con l’obiettivo di consolidare la leadership italiana in un mercato globale sempre più sensibile alle tematiche ambientali e sociali.
Il futuro del beauty, è chiaro, passa per la sostenibilità.