sabato 27 Settembre 2025
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Milano

La Scala: un grido di umanità tra arte e protesta.

La serata alla Scala ha assunto un significato che trascende l’arte, trasformandosi in un potente atto di espressione civile e collettiva.
In un contesto internazionale segnato dal conflitto a Gaza, il teatro milanese, baluardo della cultura e dell’eccellenza artistica, si è fatto portavoce di un grido di umanità.

Durante la rappresentazione di “Trittico Lander / Kylián / Béjart”, un balletto che già di per sé esplora temi di identità, memoria e trasformazione, il giorno dello sciopero generale, un momento di silenzio e riflessione è stato interrotto da un gesto simbolico.
Al termine dello spettacolo, mentre il pubblico si apprestava ad applaudire la maestria dei ballerini e delle maestranze, un gruppo di artisti, guidati dall’etoile Roberto Bolle, ha sollevato bandiere palestinesi.
L’atto, preparato e coordinato, ha visto la partecipazione attiva di una parte significativa del corpo artistico e tecnico del teatro.

L’immagine di Bolle, figura di spicco nel panorama della danza italiana e internazionale, con una bandiera avvolta attorno al corpo, ha amplificato la portata del messaggio.

Sullo sfondo, una scritta lapidaria – “Stop al Genocidio” – ha rafforzato la richiesta di cessazione delle ostilità e di rispetto per i diritti umani.

La reazione del pubblico è stata di un caloroso sostegno, con applausi che hanno accompagnato il gesto di protesta, suggellando un momento di condivisione di valori e preoccupazioni.
La diffusione di video documentanti l’evento, ripubblicati dallo stesso Bolle e dalla sezione Anpi del teatro, ha amplificato ulteriormente la risonanza mediatica e la sua eco in un’opinione pubblica sempre più sensibile alle drammatiche conseguenze del conflitto.
Questo atto corale alla Scala non è solo una presa di posizione politica, ma un’affermazione dell’impegno degli artisti a utilizzare la propria voce e la propria arte come strumenti di denuncia e di sensibilizzazione.
Rappresenta un monito a non restare indifferenti di fronte alla sofferenza umana e una rivendicazione del ruolo della cultura come forza motrice per un mondo più giusto e pacifico, un’affermazione di come l’arte, al di là della sua bellezza intrinseca, possa e debba essere strumento di consapevolezza e di cambiamento sociale.
L’evento sottolinea, infine, come istituzioni culturali di prestigio, come la Scala, possano trasformarsi in piattaforme per la veicolazione di messaggi umanitari, coniugando l’eccellenza artistica con l’impegno civico.

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