Alberto Mattioli e il Teatro dell’Anima: Due Millenni di Emozioni a ConfrontoIl nuovo libro di Alberto Mattioli, “Il loggionista impenitente. Duemila serate all’opera” (Garzanti), non è una semplice cronaca di frequenza teatrale, ma un’immersione profonda nel cuore pulsante della lirica e, per estensione, nella complessa tessitura della società contemporanea. Più che un resoconto autobiografico, si tratta di una riflessione appassionata, filtrata attraverso l’esperienza di un testimone privilegiato, che ha dedicato oltre due millenni a osservare e interpretare il dramma in musica.Mattioli, figura poliedrica che spazia dalla scrittura di libretti alla drammaturgia, ci conduce in un viaggio caleidoscopico, fatto di aneddoti, polemiche, intuizioni e, soprattutto, di una profonda umanità. L’opera, frutto di articoli pubblicati su prestigiose testate, si presenta come un mosaico di voci e prospettive, che catturano l’essenza stessa del teatro lirico, con le sue luci e le sue ombre.Il libro si rivela uno specchio fedele del nostro tempo, dove le vicende del mondo trovano eco e amplificazione sul palcoscenico. L’amara vicenda di Valery Gergiev, costretto a lasciare la Scala per la sua mancata presa di distanza da Putin, ne è un esempio lampante. Mattioli, con lucidità e sensibilità, sottolinea come l’arte, anche quella apparentemente distaccata dalla politica, non possa prescindere dal contesto storico e sociale in cui si manifesta.L’opera è strutturata in cinque sezioni tematiche: un ritratto vivido dei protagonisti – cantanti, direttori, registi – che animano il mondo dell’opera, un’analisi pungente delle polemiche che ne animano il dibattito, spesso con una veemenza paragonabile a quella di Sanremo, un’indagine sulle tendenze e le innovazioni che investono il settore, e, infine, una raccolta di recensioni che testimoniano la capacità di Mattioli di cogliere l’anima profonda delle opere.Mattioli, con la schiettezza disarmante che lo contraddistingue, si dichiara un “loggionista impenitente”, non un critico. Un osservatore appassionato, un semplice spettatore che cerca, nel dramma in musica, la bellezza e l’emozione. Un fedele frequentatore del teatro, che ne condivide le gioie e i dolori, e che ne celebra la vitalità e la capacità di parlare al cuore dell’uomo. Un appassionato che rifiuta la distanza analitica, per abbracciare l’esperienza diretta e viscerale del teatro. “Il loggionista impenitente” si configura quindi come un’opera imprescindibile per chiunque voglia comprendere l’evoluzione del teatro lirico e il suo ruolo nella società contemporanea, e per chi, semplicemente, ama lasciarsi trasportare dall’incanto e dalla potenza delle emozioni. Un invito a riscoprire la lirica non come un’arte elitaria e distante, ma come un linguaggio universale capace di parlare al cuore di ognuno di noi.
Mattioli e l’Opera: Due Millenni di Emozioni e Riflessioni
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