giovedì 9 Ottobre 2025
14.7 C
Milano

Sindbad: L’Opera che Unisce Oriente e Occidente

Un Nuovo Capitolo per la Lirica: “Sindbad, il Marinaio Omanita” e l’Ascesa Culturale del Medio OrienteLa Royal Opera House di Muscat, nel cuore dell’Oman, ha recentemente segnato una pietra miliare nella storia della lirica mondiale con la prima assoluta di “Sindbad, il Marinaio Omanita”.
Quest’opera, un grand-opéra in lingua araba, è un’ambiziosa fusione di tradizione e innovazione, un progetto che incarna l’aspirazione dell’Oman a diventare un ponte culturale tra Oriente e Occidente.
Composta dall’egiziano Hisham Gabr e con un libretto dello scrittore arabo Nader Salah El Din, l’opera non solo celebra l’eredità araba, ma integra strumenti musicali tradizionali come l’oud, le percussioni omanite e, inaspettatamente, la cornamusa scozzese, simbolo di un’apertura verso il mondo.
L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio: la crescita del settore culturale nel Medio Oriente.
La Royal Opera House di Muscat, inaugurata 14 anni fa, è stata la pioniera, seguita da teatri di Dubai e Riyad (quest’ultimo in arrivo nel 2028).
Questi teatri rappresentano un investimento significativo da parte dei Paesi, non solo in termini economici, ma anche come dichiarazione di intenti verso un’immagine globale raffinata e orientata alla cultura.

Tuttavia, la sfida principale rimane quella di costruire un pubblico fedele e appassionato.

La Royal Opera House di Muscat sta affrontando questa sfida con un programma diversificato che include, oltre alla lirica, jazz, balletto e programmi educativi.

L’attenzione alla produzione di opere in lingua araba e la flessibilità nell’adattamento dei titoli classici dimostrano un impegno profondo nel soddisfare le sensibilità locali.
Titoli considerati troppo controversi per il loro contenuto religioso vengono occasionalmente adattati, come nel caso del “Flauto Magico” di Mozart, dove il riferimento al vino è stato sostituito dalla Limonana, una bevanda tipica del Medio Oriente.

Allo stesso modo, in “Tosca”, sono stati rimossi simboli religiosi, sebbene il canto del Te Deum sia stato preservato.
L’apice di questo percorso è stata la creazione di “Sindbad, il Marinaio Omanita”, un progetto nato otto anni fa dall’intuizione del direttore artistico Umberto Fanni e del direttore del Mupa, Csaba Kael.

L’opera, interpretata dalla Hungarian Radio Symphony Orchestra, dal Cairo Symphony Choir, dall’Oriental Ensemble, e arricchita dagli assoli di oud di Nibras Al Mulahi e dalla danza del Gyori Ballet, racconta una storia di lotta contro il male con un lieto fine, un elemento aggiunto su richiesta del consiglio di amministrazione, desideroso di offrire un’esperienza più leggera e divertente, in seguito alla pandemia.

Il cast stellare include i solisti Ragaa Eldin (Sindbad), Dima Bawab (Fairouz), Ashraf Sewailam (il ministro Sama’an) e Gala El Haditi (la Strega), e culmina in un duetto commovente tra i due protagonisti, eseguito a distanza, che fonde elementi operistici, musical e colonna sonora.

L’opera ha suscitato grande entusiasmo, nonostante un inconveniente tecnico abbia temporaneamente interrotto la prima.

Il successo ha spianato la strada a una tournée internazionale, con una tappa prevista a Budapest durante il festival di primavera, e all’uscita di un DVD prodotto dalla televisione omanita.

“Sindbad, il Marinaio Omanita” non è solo un’opera lirica, ma un simbolo dell’evoluzione culturale del Medio Oriente, un’espressione di identità e un invito al dialogo tra civiltà.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -