La stagione 2025-2026 del Teatro Elfo Puccini di Milano si erge come una riflessione potente sul ruolo delle idee, un’indagine che si manifesta attraverso un’immagine iconica: un uomo chino sotto il peso imponente di un masso, un’opera donata dall’artista Maurizio Cattelan. L’immagine, più che una semplice decorazione, rappresenta la forza, il fardello e la responsabilità che derivano dall’abbracciare e portare avanti un’idea, un concetto, un’aspirazione.La programmazione si apre con un’analisi stratificata del dopoguerra con ‘Erano tutti miei figli’ di Arthur Miller, un dramma che, a dodici anni di distanza dall’acclamato ‘Morte di un commesso viaggiatore’, si affida ancora una volta alla regia di Elio De Capitani. Lo spettacolo non si limita a riproporre la storia, ma la decifra, esaminando le complesse dinamiche familiari, le eredità morali e le implicazioni etiche delle scelte individuali di fronte alla Storia. Accostata a questa rilettura milleriana, ‘Venivamo tutte per mare’, ispirata al romanzo omonimo di Julie Otsuka, diretta da Cristina Crippa e Elio De Capitani, amplifica la prospettiva storica, invitando a considerare le voci silenziate, le migrazioni, le esperienze collettive che plasmano l’identità.La seconda parte della stagione è dedicata a nuove produzioni che sondano l’abisso dell’esistenza umana, attraverso l’irriverenza e la sperimentazione. Il debutto del dittico beckettiano, composto da ‘Ultimo nastro di Krapp’ e ‘Quella volta’, a cura di Francesco Frongia e con l’interpretazione magistrale di Ferdinando Bruni, si configura come un’immersione profonda nel teatro del dubbio, dell’assurdo e della memoria. L’incontro con l’opera di Beckett si rivela un’esperienza catartica, un invito a confrontarsi con la fragilità dell’essere. Parallelamente, Federico Vanni, figura di spicco nel panorama elfo, porta in scena ‘Una cosa divertente che non farò mai più’, un’opera che trasforma il romanzo di David Foster Wallace in un’esplorazione acuta e destabilizzante della contemporaneità, della cultura e dell’identità. La regia di Antonio Zavatteri amplifica la portata del progetto, creando un’esperienza teatrale intensa e provocatoria.Il ricco palinsesto delle ospitalità arricchisce ulteriormente la stagione, accogliendo artisti di grande spessore. Claudio Bisio torna sul palco con ‘La mia vita raccontata male’ di Francesco Piccolo, guidato dalla regia di Giorgio Gallione, offrendo una riflessione personale e toccante sulla vita e sulla narrazione. Antonio Catania dà voce al memoir di Curzio Maltese ‘Azzurro’, un viaggio nostalgico e cinico attraverso i decenni cruciali della storia italiana. Tra le novità più attese, ‘Mirandolina’, un’opera inedita della drammaturga irlandese Marina Carr, rielaborazione originale de ‘La Locandiera’ di Carlo Goldoni, diretta da Caitríona McLaughlin, si presenta come una coproduzione internazionale tra il Tsv – Teatro Nazionale e l’Abbey Theatre – Teatro Nazionale d’Irlanda. La nuova interpretazione del classico goldoniano, infusa di sensibilità contemporanea, promette di essere una delle esperienze più significative della stagione, offrendo una prospettiva inedita su temi universali come l’amore, il potere e l’inganno. La stagione, nel suo complesso, si propone come un percorso artistico stimolante, capace di interrogare lo spettatore e di offrire spunti di riflessione profondi sul significato di essere umani.
Teatro Elfo Puccini: Idee, Fardelli e Nuove Stagioni
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