L’anelito all’esplorazione, l’innato desiderio di collocarsi in un orizzonte diverso, una pulsione migratoria che accomuna l’essere umano agli uccelli: parole di Marguerite Yourcenar che risuonano con particolare eco nel contesto del Yawp Festival.
La seconda edizione, ‘In piedi sui banchi di scuola.
Imparare altrove’, ospitata nel cuore culturale milanese di Base, il 31 ottobre e il 1° novembre, non si limita a celebrare questo istinto, ma lo traduce in un imperativo per il futuro dell’educazione.
Promosso e curato dalla Fondazione Francesco Morelli, sotto la direzione artistica di Benedetta Marietti, il festival si configura come un atto di coraggio intellettuale.
Nato dalla constatazione che il dibattito pubblico sull’istruzione, un pilastro fondamentale per il progresso sociale, spesso langue in un torpore di consuetudini, il Yawp Festival si fa interprete di una necessità urgente: risvegliare la coscienza collettiva e proporre percorsi inediti.
“In piedi sui banchi di scuola” non intende, con il suo titolo evocativo, una semplice inversione fisica, bensì una radicale decostruzione dell’approccio tradizionale all’apprendimento.
Il concetto di “altrove” si eleva a principio guida, un invito a trascendere i confini fisici e mentali dell’aula didattica per abbracciare una visione più ampia, interdisciplinare e connessa al mondo reale.
Si tratta di un esercizio di sguardo, di apertura a prospettive inedite che possano nutrire una nuova concezione di scuola, un ecosistema dinamico dove la conoscenza si fa esperienza, scoperta, dialogo.
Il festival si propone come piattaforma per un confronto plurale.
Oltre ai professionisti dell’educazione e alle istituzioni scolastiche, a partecipare sono scienziati, scrittori, giornalisti, figure intellettuali capaci di illuminare il tema da angolazioni differenti.
La loro presenza sottolinea la natura intrinsecamente multidisciplinare della sfida educativa: non si tratta solo di pedagogia, ma di scienza, arte, comunicazione, di una profonda riflessione antropologica che interroghi il ruolo dell’individuo nella società contemporanea.
L’obiettivo è di stimolare una riflessione critica sui modelli formativi consolidati, invitando a ripensare le competenze necessarie per affrontare le complessità del futuro.
In un’epoca segnata da rapidi cambiamenti tecnologici, sfide ambientali e incertezze geopolitiche, la scuola deve preparare i giovani non solo ad acquisire conoscenze, ma anche a sviluppare pensiero critico, creatività, resilienza e capacità di collaborazione.
Il “migrare” intellettuale, il movimento verso l’altrove, diventa quindi un imperativo per una scuola capace di formare cittadini attivi, responsabili e consapevoli del proprio ruolo nel mondo.