L’avvento dell’intelligenza artificiale nel settore terziario genera un dibattito complesso, lungi dall’essere riducibile alla semplice sostituzione del lavoro umano.
Una recente indagine condotta da Confcommercio Milano Lodi, Monza e Brianza, coinvolgendo un campione rappresentativo di imprese e privati, rivela un approccio prevalentemente pragmatico e cauto da parte degli imprenditori.
Contrariamente a scenari apocalittici che prefigurano la scomparsa di figure professionali, una netta maggioranza (59%) percepisce l’IA come uno strumento complementare, capace di affiancare e potenziare le competenze umane, piuttosto che soppiantarle.
L’indagine mette in luce un’aspettativa diffusa di regolamentazione più stringente.
Ben il 91% degli intervistati ritiene necessario un quadro normativo chiaro, mentre il 90% sottolinea l’importanza cruciale della supervisione umana per garantire un utilizzo responsabile e controllato dell’IA.
Questa richiesta non deriva da una diffidenza generalizzata nei confronti della tecnologia, bensì dalla consapevolezza dei potenziali rischi e dalla necessità di mitigarli.
Un ostacolo significativo all’adozione dell’IA è rappresentato dalla carenza di competenze specifiche, un problema che richiede investimenti in formazione e riqualificazione professionale.
Nonostante queste preoccupazioni, l’ottimismo riguardo al potenziale di crescita dell’IA è prevalente: il 55% delle imprese si dichiara ottimista.
L’IA, infatti, è vista come un motore di efficienza e produttività, capace di ottimizzare processi, ridurre costi e migliorare l’offerta di servizi.
La percezione di informazione sull’argomento è anch’essa in crescita, con un 55% di imprese che si definisce “abbastanza o molto informata”, riflettendo un crescente interesse e una maggiore consapevolezza delle opportunità offerte.
L’analisi dei tool utilizzati per l’informazione rivela un quadro interessante: assistenti virtuali come ChatGPT, Gemini, Claude e Copilot, pur non raggiungendo la popolarità dei canali informativi tradizionali come siti web e televisione, stanno guadagnando terreno, soprattutto tra i più giovani e le imprese più innovative.
Questi strumenti, capaci di fornire risposte rapide e personalizzate, si configurano come risorse preziose per rimanere aggiornati sulle ultime tendenze e sviluppi nel campo dell’IA.
Il segretario generale di Confcommercio, Marco Barbieri, definisce l’IA generativa come un’opportunità di trasformazione senza precedenti, ma non esita a sottolineare i rischi intrinseci.
La richiesta di maggiore controllo e regolamentazione, condivisa dalla stragrande maggioranza delle imprese, è quindi espressione di una visione responsabile e lungimirante: un approccio che mira a sfruttare al meglio il potenziale dell’IA, minimizzando al contempo i rischi per il lavoro, l’etica e la società nel suo complesso.
La sfida, dunque, non è temere l’IA, ma comprenderla, gestirla e orientarne lo sviluppo verso un futuro più equo e prospero.








