La sfida del futuro del lavoro: una questione di benessere, soddisfazione e innovazione.In Italia, i lavoratori e le lavoratrici sono in maggioranza convinti di vivere un livello di benessere positivo (60%), ma esistono grandi opportunità di miglioramento, soprattutto nel rapporto tra la generazione Z e il mondo del lavoro. I dati dello studio “Global Talent Barometer” di ManpowerGroup confermano questo trend: il 57% degli zoomer si dichiara stressato (contro il 53% della media italiana) e il 49% pensa di cercare un nuovo impiego nei prossimi mesi (36% dato nazionale).La seconda edizione dell’Annual Conference del gruppo Manpower, “The Exchange – disegniamo insieme il futuro del lavoro”, è stata organizzata a Milano il 4 giugno. L’appuntamento ha visto la partecipazione di illustri relatori, tra cui Paolo Magri, presidente del comitato scientifico dell’Ispi, che ha illustrato il contesto geopolitico attuale e le ricadute sul mondo del lavoro, e Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’università Cattolica.Tra i due interventi, l’appuntamento si è articolato in tre tavole rotonde di confronto su benessere, soddisfazione sul lavoro e fiducia, con al centro i giovani della generazione Z. Persone e comunità sono sempre più centrali nella costruzione del futuro del lavoro. Oggi, le aziende devono ridefinire il proprio ruolo come protagoniste di coesione sociale, innovazione e sviluppo sostenibile.”Essere parte attiva della comunità significa saperne ascoltare i bisogni e rispondere alle aspettative delle nuove generazioni, in particolare della generazione Z che entro il 2030 rappresenterà un terzo della forza lavoro globale”, ha dichiarato Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di ManpowerGroup Italia.La sfida del futuro del lavoro è quindi una questione di benessere, soddisfazione e innovazione. Le aziende devono essere in grado di ascoltare i bisogni dei giovani e rispondere alle loro aspettative per costruire un futuro sostenibile e inclusivo.