lunedì 20 Ottobre 2025
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Acquisto sospetto a Brescia: conflitto d’interessi sul libro del marito del sindaco

La vicenda relativa all’acquisizione da parte del Comune di Brescia di cinquanta copie del volume “Il canone della longevità”, opera del dottor Renzo Rozzini, direttore della Geriatria della Poliambulanza e coniuge del sindaco Laura Castelletti, solleva interrogativi complessi che trascendono la mera questione economica e si collocano nell’ambito più ampio della gestione etica delle risorse pubbliche e della percezione di conflitti di interesse.

L’iniziativa, formalmente motivata dall’intento di promuovere iniziative di invecchiamento attivo attraverso il Settore Servizi Sociali, ha generato un acceso dibattito politico e una richiesta di verifica da parte del gruppo consiliare di centrodestra, culminata con l’annuncio di un’interrogazione parlamentare e un esposto alla Corte dei Conti.
La spesa, seppur contenuta (1.050 euro), non rappresenta il fulcro della contestazione.
Piuttosto, l’attenzione si concentra sulla modalità di acquisizione, realizzata attraverso un affidamento diretto, una procedura che bypassa la concorrenza e solleva sospetti sulla trasparenza del processo decisionale.
L’assenza di una gara d’appalto, sebbene formalmente ammissibile per forniture di modesta entità economica, amplifica la sensazione di una scelta tutt’altro che casuale, alimentando il timore di un favoritismo latente.
Al di là della legalità intrinseca dell’atto, la questione etica si pone con maggiore urgenza: è accettabile, per un’amministrazione pubblica, impiegare fondi destinati al servizio della collettività in un acquisto che, seppur legittimo, può essere interpretato come un gesto di natura personale, con implicazioni che si ripercuotono sulla credibilità dell’intera istituzione? L’apparente coincidenza tra la posizione del coniuge del sindaco e l’oggetto dell’acquisto, pur non configurando di per sé un illecito, crea un potenziale conflitto d’interesse che incide negativamente sulla percezione di imparzialità e trasparenza che deve contraddistinguere l’azione amministrativa.

La difesa presentata dall’assessore Marco Fenaroli, che enfatizza il valore scientifico e culturale dell’opera del professor Rozzini e l’aderenza alle procedure previste, appare insufficiente a dissipare i dubbi sollevati.
La sottolineatura della mancanza di coinvolgimento o informazione preventiva della sindaca, sebbene rilevante per escludere una sua diretta responsabilità, non elimina la sensazione di una scelta preordinata, influenzata da dinamiche personali che non dovrebbero condizionare decisioni pubbliche.
La vicenda bresciana rappresenta un campanello d’allarme.

Non si tratta solo di verificare la correttezza formale delle procedure, ma di riflettere sulla necessità di rafforzare i meccanismi di controllo e di promuovere una cultura della trasparenza che garantisca la fiducia dei cittadini.

L’amministrazione ha il dovere di dimostrare, non solo di affermare, che le sue scelte sono guidate esclusivamente dall’interesse pubblico, evitando qualsiasi azione, seppur apparentemente innocua, che possa minare la percezione di equità e imparzialità.

Il caso “canone della longevità” richiede un’indagine approfondita, non solo per accertare eventuali irregolarità, ma soprattutto per riaffermare i principi fondamentali della responsabilità e della trasparenza nella gestione del denaro pubblico.

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