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giovedì 30 Ottobre 2025

Affitti Brevi: Tasse, Crisi Abitativa e il Ruolo di Sala

L’incremento della pressione fiscale sugli affitti brevi rappresenta una questione complessa, spesso polarizzante, ma che merita un’analisi che vada oltre la semplice contrapposizione ideologica.
Le recenti dichiarazioni del Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in merito a questo tema, risuonano come una voce dissonante rispetto a un dibattito che tende a giustificare l’espansione incontrollata di questa forma di turismo.

La sua posizione, lungi dall’essere una misura punitiva, si configura come un tentativo di riequilibrare un mercato immobiliare distorto.
L’impatto della proliferazione di piattaforme come Airbnb non è trascurabile: si stima che a Milano, e in molte altre città italiane, un numero significativo di appartamenti – stimiamo intorno ai 30.000 unità – siano stati sottratti al mercato degli affitti a lungo termine, privando studenti, giovani lavoratori e famiglie a basso reddito di un bene essenziale come l’abitazione.
Questo fenomeno, alimentato da profitti esorbitanti generati da queste piattaforme – veri e propri colossi economici che operano con una flessibilità e un’agilità spesso inaccessibili alle imprese locali – contribuisce a innalzare i prezzi degli immobili e a creare una situazione di precarietà abitativa che grava sulle fasce più vulnerabili della popolazione.
La tassazione, in questo contesto, non deve essere intesa come un atto ostile nei confronti di un settore economico, ma come uno strumento di governance, un meccanismo di regolamentazione volto a perseguire l’interesse generale.

Non si tratta di “fare la guerra” a un’attività imprenditoriale legittima, ma di indirizzarla verso canali più sostenibili e socialmente responsabili.

L’obiettivo non è soffocare l’offerta di alloggi turistici, ma di incanalare parte dei profitti generati verso politiche abitative che favoriscano l’accesso alla casa per i residenti, promuovendo la coesione sociale e preservando l’identità delle comunità locali.

Il rischio, altrimenti, è quello di trasformare le nostre città in “Disneyland” globali, luoghi ad uso e consumo esclusivo dei turisti, privi di autenticità e di una popolazione residente stabile.

Una città che vive solo di turismo è una città che perde la sua anima, la sua cultura, la sua storia.

La riflessione del Sindaco Sala, quindi, invita a una più ampia discussione sulla necessità di trovare un equilibrio tra lo sviluppo del turismo e la tutela del bene comune, promuovendo politiche abitative inclusive e sostenibili che mettano al centro il benessere dei cittadini e la salvaguardia del patrimonio culturale e sociale del nostro Paese.
La questione non si risolve con una tassa isolata, ma con un approccio sistemico che coinvolga istituzioni, operatori del settore e comunità locali.

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