Il derby d’Italia non è mai una partita come le altre; questa volta, in particolare, assume una valenza che trascende il mero punteggio.
Per me, che mi affaccio a questa sfida dal punto di vista dell’allenatore, rappresenta un capitolo inedito, un’occasione per misurare la nostra crescita e la concretezza del progetto che stiamo costruendo.
L’Inter è un avversario di levatura assoluta, una squadra forgiata da anni di successi, con interpreti di grande esperienza, plasmati dalle battaglie più importanti del panorama calcistico europeo.
Il nostro approccio sarà pragmatico, basato sulla consapevolezza delle nostre forze e sulla capacità di sfruttare al meglio ogni opportunità.
All’inizio della stagione, ho condiviso con il gruppo le nostre aspirazioni, delineando un percorso ambizioso.
Da allora, l’attenzione è focalizzata sull’esecuzione, sull’impegno quotidiano, perché le parole sono effimere, il successo è il risultato tangibile di un lavoro incessante.
Non ambiamo a obiettivi dichiarativi; miriamo a conquistarli, passo dopo passo, attraverso la dedizione e la resilienza.
Vlahovic, in particolare, incarna questa filosofia.
Ha attraversato un periodo complesso, una fase di maturazione personale e professionale.
A venticinque anni, è ancora in divenire, un talento grezzo da affinare.
Sono convinto che il suo potenziale non sia ancora stato completamente espresso; le sue migliori stagioni sono ancora da venire.
Possiede una qualità innata nel segnare, una capacità di finalizzazione che non può essere ignorata.
Ha compiuto progressi significativi, spinto da una forte volontà di miglioramento.
Ha trovato la forza interiore per superare le difficoltà, mantenendo la concentrazione nei momenti più delicati.
Lo chiamo Dusko, Duki, perché il rapporto che abbiamo va oltre il ruolo di allenatore e giocatore.
Cerco di stimolarlo, alternando incoraggiamento e severità, perché so che ha la capacità di fare la differenza.
Insieme a Openda, credo che siano i due attaccanti più promettenti del campionato.
Yildiz è un altro elemento di grande valore.
La sua crescita è esponenziale.
Preferisco non esprimere giudizi pubblici sul suo conto; è fondamentale che senta la fiducia e la responsabilità.
Ho voluto sottolineare la sua straordinaria motivazione interiore, la sua fame di successo, la sua determinazione a superare ogni ostacolo.
Quel fuoco che lo spinge a voler “spaccare il mondo” è un fattore determinante.
Deve preservare questa intensità, questa costanza, perché possiede tutte le carte in regola per diventare un giocatore di livello internazionale, un vero top player.
La sua applicazione e il suo impegno sono esemplari e rappresentano un modello per tutti.