La sorte di Graziano Mesina, l’ex primula rossa del banditismo sardo, è ancora legata alle vicende giudiziarie che lo avevano coinvolto fin dalla sua giovane età. Mentre si era sperato che il suo stato di salute precario avrebbe condotto a una decisione sulla pena differita, la morte del signore ha lasciato un vuoto che sembra essere stato ignorato.L’udienza per discutere del differimento della pena per gravi motivi di salute era attesa da mesi; tuttavia, il Tribunale di sorveglianza di Milano non l’ha fissata finché è stata troppo tardi. La comunicazione ufficiale degli avvocati Maria Luisa Vernier e Beatrice Goddi ha lasciato intendere che la cosa strana non sia tanto perché Mesina era deceduto il 12 aprile, bensì perché nell’avviso si diceva esplicitamente che l’imputato potesse essere presente in aula.Gli avvocati hanno confermato che hanno ricevuto la notizia poche ore fa. La cosa più strana, secondo loro, è che il Tribunale di sorveglianza non ha soppresso l’udienza dopo il decesso del signore. In passato, hanno richiesto sette istanze per avere una decisione sulla differita pena; tuttavia, ogni volta la richiesta veniva rigettata dal magistrato.Sebbene fosse possibile nominare un consulente tecnico d’ufficio per esprimersi sulle condizioni di salute del signore, nella sua vicenda ciò non è avvenuto. Gli avvocati ricordano anche che prima della morte del loro assistito, e dopo l’ennesimo rigetto, avevano chiesto una anticipazione dell’udienza, ma mai era arrivata.Adesso però c’è questa convocazione; gli avvocati sono pronti a presentare delle memorie in cui verranno messe in evidenza le loro richieste di differimento. Si aspettano la documentazione sanitaria e valuteranno cosa fare con i familiari.In questo modo, si aprirà un nuovo capitolo nelle vicende giudiziarie che coinvolgono l’ex primula rossa del banditismo sardo.