domenica 5 Ottobre 2025
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Himalaya, frane e piogge torrenziali: oltre 60 morti

La recente ondata di precipitazioni torrenziali, abbattutasi sulla regione himalayana di Darjeeling, in India, e sulla provincia di Koshi, nel Nepal orientale, ha innescato una serie di frane devastanti, con un bilancio umano che, al momento, supera le sessanta vittime.

Le cifre, fornite da fonti ufficiali indiane e nepalesi, testimoniano la gravità della situazione e l’impatto profondo sulle comunità colpite.
In India, il numero di decessi ha superato le venti persone, con la conferma di un bilancio ancora provvisorio destinato a salire.
La geografia impervia e collinare della regione, esacerbata dall’intensità delle piogge, ha determinato il crollo di versanti, isolando intere aree e rendendo impraticabili le vie di comunicazione.
Harsh V.

Shringla, rappresentante della Camera alta indiana, ha descritto su X (precedentemente Twitter) una scena di devastazione, sottolineando la difficoltà di accesso alle zone colpite e l’urgente necessità di soccorsi.
Il Nepal ha subito perdite ancora più pesanti, con almeno quaranta due vittime confermate e un numero di dispersi che alimenta l’angoscia delle famiglie.
Shanti Mahat, portavoce dell’Autorità nazionale nepalese per la riduzione e la gestione del rischio di catastrofi, ha precisato che le frane, le inondazioni e i conseguenti smottamenti hanno causato la scomparsa di cinque persone, il cui ritrovamento resta una priorità per i team di ricerca.
Questa tragedia, oltre al dolore immediato, pone l’accento su problematiche strutturali e ambientali più ampie.

L’aumento dell’intensità e della frequenza degli eventi meteorologici estremi, coerente con le proiezioni del cambiamento climatico, rappresenta una minaccia crescente per le popolazioni che vivono in aree montuose come l’Himalaya.

La deforestazione, l’urbanizzazione incontrollata e pratiche agricole non sostenibili hanno ulteriormente destabilizzato i versanti, rendendoli più vulnerabili alle frane.
L’evento richiede un’azione coordinata a livello nazionale e internazionale.
Oltre alle operazioni di soccorso e assistenza immediata, è essenziale investire in infrastrutture resilienti, sistemi di allerta precoce efficaci e programmi di riabilitazione ambientale.

La ricostruzione delle comunità colpite deve avvenire tenendo conto dei principi della sostenibilità e della prevenzione dei rischi, per evitare che tragedie simili si ripetano in futuro.
L’esperienza acquisita in questa emergenza deve tradursi in politiche lungimiranti volte a proteggere le popolazioni vulnerabili e a mitigare gli impatti del cambiamento climatico.

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