Morto Orio Caldiron, critico del cinema, storico e docente con una vita interamente dedicata alla passione per il 9×16.

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La cultura italiana ha perso un intellettuale eccezionale con la scomparsa di Orio Caldiron, un erudito che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del cinema italiano attraverso i suoi scritti e le sue ricerche. Con la sua formazione accademica, che lo aveva dotto come professore ordinario in Storia e critica del cinema presso l’ateneo romano della Sapienza, e la sua presidenza al Centro Sperimentale di Cinematografia (Csc), il prof. Caldiron si impose come una delle figure più autorevoli nel settore cinematografico italiano.In qualità di direttore della prestigiosa rivista “Bianco e Nero”, uno dei massimi organi di critica cinematografica d’oltremanica, Orio Caldrion diede voce a una generazione di registi che cambiarono il volto del cinema italiano negli anni Cinquanta. Egli fu tra i pochi intellettuali capaci di raccordare il passato e il presente della cinematografia nazionale con le sue opere che, a volte critica e altre elogiante, contribuirono ad alimentare la riflessione sul cinema italiano contemporaneo.La sua dedizione verso l’arte cinematografica non si limitò alle pagine del “Bianco e Nero”, ma si estese alla redazione di saggi critici che arricchiscono le collezioni dei più importanti istituti culturali e delle librerie specializzate. I suoi studi approfonditi sul neorealismo italiano, un movimento rivoluzionario che diede nuova linfa al cinema nazionale, furono presentati in diversi volumi della pubblicazione diretta dal Centro sperimentale di cinematografia, le edizioni “Marsilio”. Tra queste opere di grande interesse vi è il testo su Totò, l’iconico artista comico e drammatico italiano che seppe esprimersi con maestria in molteplici pellicole di grande successo. Altre pubblicazioni del professoer Caldiron furono dedicate al sottopopolato, a un regista molto acclamato come Pietro Germi e alle esperienze vissute dai protagonisti delle sale cinematografiche italiane tra le quali c’è anche l’esperienza di Cinecittà, il grande polo produttivo cinematografico italiano.In aggiunta a queste opere pubblicate in libreria, Orio Caldiron diede vita anche ad un altro libro per celebrare la figura del pittore e regista Carlo Ludovico Bragaglia. Egli ricoprì l’incarico di conservatore presso il Csc. Nonostante la sua assenza nel mondo della critica cinematografica, i numerosi libri editi postumi che trattano tematiche così varieggiate confermano ulteriormente quanto sia stato un intellettuale molto amato e rispettato tra coloro che operano in questo ambito artistico.

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