In un gesto di profonda commozione e riconoscimento, un’aula del nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli sarà dedicata alla memoria del giudice Michele Morello, figura emblematica nel panorama legale napoletano.
L’iniziativa, promossa con fervore dal Presidente della Corte d’Appello, Maria Rosaria Covelli, e immediatamente accolta con entusiasmo da Camera Penale e Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, coincide con l’annuale commemorazione di un magistrato che ha incarnato i principi di equità e coraggio.
Michele Morello, un nome indissolubilmente legato al celebre processo Tortora, si erge come simbolo di un sistema giudiziario capace di riscattare l’innocenza calunniata.
La sua figura, in qualità di estensore della sentenza di assoluzione che liberò il noto conduttore televisivo da accuse infamanti, rappresenta un punto di svolta nella storia della giustizia italiana.
L’omaggio si è concretizzato in un solenne incontro presso la sede della Camera Penale, alla presenza dei familiari del giudice, tra cui il figlio Tullio, egli stesso magistrato e membro del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), a testimonianza di una vocazione che si tramanda attraverso le generazioni.
L’evento, sapientemente moderato dal segretario della Camera Penale, Maurizio Capozzo, ha visto intervenire una costellazione di personalità di spicco del mondo legale e culturale.
Oltre alla Presidente Covelli, hanno arricchito il dibattito il Procuratore Generale Aldo Policastro, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati Carmine Foreste, il Presidente della Camera Penale Marco Muscariello, il regista Marco Bellocchio, le voci autorevoli degli avvocati Domenico Ciruzzi e Francesco Picca, l’ex sindaco e pubblico ministero Luigi De Magistris, e i magistrati Enzo Lomonte, Francesco Menditto e Vincenzo Piscitelli.
La varietà di prospettive ha contribuito a delineare un ritratto complesso e sfaccettato del giudice Morello, sottolineando non solo la sua abilità giuridica, ma anche la sua integrità morale e il suo profondo senso di giustizia.
Il culmine emotivo della commemorazione è stato il toccante intervento della senatrice Francesca Scopelliti, moglie di Enzo Tortora.
Le sue parole, cariche di gratitudine, hanno evocato la figura del giudice come angelo custode, colui che restituì dignità e speranza a un uomo ingiustamente accusato, un faro nella notte più buia.
L’aula a lui dedicata non sarà soltanto un luogo fisico, ma un simbolo tangibile dell’impegno costante per un sistema giudiziario imparziale, equo e capace di difendere i diritti fondamentali di ogni cittadino, un monito a perseguire la verità con coraggio e a contrastare ogni forma di abuso di potere, nell’ottica di una giustizia che sia veramente al servizio della collettività.
La scelta di intitolare a Michele Morello una sede giudiziaria rappresenta un atto di memoria collettiva, un invito a riflettere sull’importanza della legalità e sull’inestimabile valore della giustizia.






