La canonizzazione di Bartolo Longo non è semplicemente il riconoscimento di una virtù personale, ma l’apice di un percorso spirituale profondamente radicato nell’esperienza concreta dell’incontro con Dio e tradotto in un’opera sociale di straordinaria portata.
Come ha sottolineato il Cardinale Marcello Semeraro durante la solenne celebrazione a Pompei, la santità di Longo emerge dalla sua intima relazione con l’Eucaristia, fonte di grazia e nutrimento spirituale, e dal suo amore filiale verso la Vergine del Santo Rosario, modello di misericordia e intercessione.
Il Santuario mariano e le innumerevoli opere da lui promosse ne costituiscono la testimonianza tangibile e duratura.
Accolto dall’Arcivescovo-prelato Tommaso Caputo, il Cardinale Semeraro ha ripercorso il cammino di un uomo che seppe coniugare fede e azione, elevando l’umanità attraverso la carità.
La canonizzazione, avvenuta a Roma in Piazza San Pietro sotto la presidenza di Papa Leone XIV, suggella un riconoscimento universale dell’eredità spirituale e sociale di Longo.
L’impegno di Longo, affiancato dalla moglie Marianna Farnararo De Fusco, si è concretizzato in istituzioni fondamentali per l’assistenza ai più vulnerabili.
L’Orfanotrofio femminile (1887), l’Ospizio per i figli dei carcerati (1892), l’Istituto per le figlie dei carcerati (1922) rappresentano solo alcuni esempi della sua visione illuminata.
La fondazione, nel 1897, delle Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei, con la loro missione di “perpetue lodatrici della Vergine di Pompei” e il loro impegno concreto verso le orfanelle, le ragazze del popolo e le persone con disabilità, ha dato forma a una presenza continuativa e feconda nel tessuto sociale pompeiano.
Il lascito di Bartolo Longo non è un reperto del passato, ma una linfa vitale che continua a irrigare il presente, adattandosi alle nuove sfide e alle emergenze contemporanee.
L’Istituto Bartolo Longo, evolvendo dalla sua originaria vocazione per i figli dei carcerati, accoglie ora minori provenienti da contesti familiari difficili, guidati dai Fratelli delle Scuole Cristiane.
Il Centro educativo Beata Vergine del Rosario, gestito dalle Suore Domenicane, con la Casa Emmanuel che offre rifugio a madri e minori in difficoltà, e il Centro per il Bambino e la Famiglia Giovanni Paolo II, con le sue Case Famiglia affidate a diverse realtà ecclesiali, testimoniano la vitalità della sua opera.
La Mensa per i poveri Papa Francesco, gestita dal Sovrano Militare Ordine di Malta, completa un quadro di assistenza e accoglienza che abbraccia le necessità più urgenti.
Come evidenziato magistralmente nel libro di Angelo Scelzo, “Bartolo Longo.
La santità che si fa storia,” l’opera di Longo si inserisce nel contesto dei “santi del sociale” del Mezzogiorno, figure illuminate che hanno saputo trasformare la sofferenza in opportunità di crescita e di speranza, incarnando una forma di genialità al servizio del bene comune.
La sua figura, dunque, non è solo un modello spirituale, ma un invito pressante a un impegno concreto a favore dei più fragili e marginalizzati, testimoniando che la vera santità si misura nella capacità di amare e di servire il prossimo.








