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mercoledì 5 Novembre 2025

Bracconaggio in Campania: Disarticolata Rete di Traffico di Cardellini

Sgomento in Campania: Disarticolata Rete Criminale Specializzata nel Traffico Illecito di Cardellini e Avifauna ProtettaUn’operazione congiunta della Polizia Metropolitana di Napoli e della Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) ha portato alla luce e smantellato un sofisticata organizzazione criminale dedita alla cattura, al commercio illegale e al maltrattamento di cardellini e altre specie di avifauna protetta in Campania.

Sette persone sono state arrestate con ordinanze di custodia cautelare, mentre ulteriori soggetti sono attualmente sotto indagine, in un’inchiesta che ha coinvolto le province di Napoli, Salerno, Caserta e Avellino.

L’organizzazione, con base operativa a Poggiomarino, gestiva un giro d’affari illecito legato allo sfruttamento di un patrimonio naturale in grave pericolo.
I cardellini, volatili di particolare pregio per il loro canto melodioso, venivano sottratti al loro habitat naturale attraverso metodi braconieri spietati, utilizzando reti, trappole illegali – tra cui quelle crudeli note come “cardellini incamiciati” – e altre tecniche che non solo danneggiavano i cardellini stessi, ma mettevano a rischio l’intera fauna locale.

Il valore economico di un singolo esemplare, una volta sottoposto a un periodo di “affinamento” del canto in cattività, poteva raggiungere cifre esorbitanti, fino a 8.000 euro.
Le indagini, condotte con un approccio investigativo complesso che ha incluso intercettazioni telefoniche, monitoraggi con telecamere nascoste, appostamenti e l’utilizzo di tecniche di sorveglianza avanzate, hanno rivelato una catena di attività criminali ben strutturata.

I bracconieri, spesso professionisti esperti, operavano in maniera quasi quotidiana, fornendo i volatili a un anello di comando che si occupava della loro commercializzazione.

Le indagini hanno documentato atti di estrema crudeltà: i bracconieri, nel loro agire indiscriminato, non esitavano a uccidere anche rapaci, come i gheppi, intrappolati accidentalmente nelle reti, privandoli brutalmente della vita.

Il presunto capo dell’organizzazione, individuato come il fulcro del traffico illecito, si occupava di ricevere i cardellini in un garage di Poggiomarino, dove venivano poi esibiti e venduti agli acquirenti che si presentavano regolarmente ogni fine settimana.
Le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza hanno immortalato lunghe code di clienti in attesa di poter acquistare i volatili.

Un elemento particolarmente sconvolgente emerso dalle indagini è stato il metodo utilizzato per “migliorare” le caratteristiche canore dei cardellini.

I componenti dell’organizzazione, nel tentativo di massimizzare i profitti, ricorreva a pratiche estenuanti e disumane, e quando i risultati non erano soddisfacenti, procedevano all’eliminazione dei volatili considerati meno redditizi.
In alcuni casi, i bracconieri, in un atto di inaudita crudeltà, accecavano i cardellini, generando sofferenze indicibili, come testimoniato dalle registrazioni audio che immortalavano i versi strazianti degli uccelli.

Le indagini suggeriscono che l’organizzazione potesse contare su una rete più ampia di complici, i quali svolgevano ruoli diversificati, dall’individuazione di nuovi acquirenti all’approvvigionamento di cardellini da altri bracconieri, ampliando la portata del traffico illegale.
L’operazione segna un passo importante nella lotta contro il bracconaggio e il commercio illegale di fauna selvatica, ma sottolinea anche la necessità di rafforzare i controlli e di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di proteggere la biodiversità e il patrimonio naturale.
Il presunto capo dell’organizzazione è stato trasferito alla casa circondariale di Napoli-Poggioreale, in attesa del processo.

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