L’operazione, avvenuta nel carcere di Sant’Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino, ha svelato un tentativo audace di contrabbando di sostanze stupefacenti diretto a un detenuto.
L’episodio, come riportato dal consigliere nazionale del Sappe Emilio Fattorello, illustra una strategia di elusione sempre più sofisticata adottata da organizzazioni criminali per aggirare i controlli di sicurezza penitenziaria.
La dinamica si è svolta con un’apparente normalità: i responsabili, presumibilmente membri di una famiglia residente a Napoli, si apprestavano a effettuare la consueta visita al congiunto detenuto.
Tuttavia, l’imprevisto intervento di unita’ cinofile della Polizia Penitenziaria, addestrate alla rilevazione di sostanze illecite, ha fatto precipitare la situazione.
In un gesto di panico e tentativo di depistaggio, i malintenzionati hanno abbandonato le dosi di stupefacente all’interno del bagno adiacente alla sala colloqui, nel tentativo disperato di evitare il sequestro.
La rapidità e l’efficacia delle unità cinofile hanno sventato il piano, ma l’indagine non si è fermata qui.
Successivi controlli sull’autovettura utilizzata dai visitatori hanno permesso di rinvenire ulteriori 100 grammi di hashish abilmente occultati all’interno di un pannolino per bambini, evidenziando la premeditazione e la perizia nell’organizzazione del traffico illecito.
L’azione, che si inserisce in un contesto più ampio di crescenti tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti all’interno degli istituti penitenziari, pone l’accento sulla necessità di rafforzare i protocolli di sicurezza, implementando tecnologie avanzate e intensificando la formazione del personale penitenziario.
La denuncia a piede libero alla Procura di Avellino segna l’inizio di un’indagine che mira a ricostruire l’intera filiera di approvvigionamento e a individuare tutti i responsabili coinvolti, non solo quelli materialmente presenti durante il tentativo di contrabbando.
L’episodio, inoltre, solleva interrogativi sulla sorveglianza dei canali di comunicazione e sulla verifica delle motivazioni e dei legami delle persone autorizzate a effettuare visite ai detenuti, al fine di prevenire future intrusioni e proteggere la sicurezza dell’istituto e la riabilitazione dei detenuti.