Nella suggestiva cornice della casa circondariale di Napoli-Poggioreale, si è consumato un evento carico di significato, la presentazione del libro “Le mie orecchie parlano” di Alessandro Coppola, un’iniziativa resa possibile grazie al contributo artistico di Geolier e promossa con fervore dal direttore penitenziario, Stefano Martone. Questo gesto si inserisce in un progetto ben più ampio, volto a riscoprire e valorizzare la dimensione educativa e riabilitativa del sistema penitenziario, spesso relegato ai margini dell’attenzione sociale.Luigi Castaldo, vice presidente della Confederazione Sindacati Penitenziari (CON.SI.PE), ha sottolineato con chiarezza come il mondo carcerario, troppo frequentemente dimenticato e lasciato a sé stesso, necessiti di un ponte con la società esterna. La presenza di Coppola, con la sua testimonianza autentica e profondamente toccante, ha rappresentato una scintilla di speranza per i detenuti, illuminando il percorso verso la resilienza e il recupero personale.Alessandro Coppola, autore segnato da un percorso di vita costellato da sfide sanitarie significative, condivide nel suo libro una narrazione intrisa di coraggio e una determinazione incrollabile. La sua vicenda umana, trascende il mero racconto autobiografico, divenendo un potente faro per coloro che, intrappolati nella solitudine e nella disperazione della detenzione, rischiano di soccombere all’oscurità. Il libro si propone come un inno alla possibilità di superare i propri limiti, un invito a credere nei propri sogni e a perseguire i propri obiettivi, abbracciando la filosofia espressa nel titolo: “Tutto è SuperAbile.”Il messaggio di Geolier, inserito nel libro, aggiunge una dimensione ulteriore di riflessione: un monito a non cedere alla paura, a credere in qualcosa, a partecipare attivamente alla corsa infinita che è la vita, consapevole che il risultato finale dipende dalla forza di volontà e dalla capacità di perseverare. Per CON.SI.PE, l’iniziativa simboleggia un approccio cruciale per contrastare la recidiva e promuovere un reale reinserimento sociale. La vicinanza del mondo esterno al contesto carcerario non è solo un atto di solidarietà, ma un investimento strategico nel futuro, un antidoto potente contro l’isolamento e la disperazione, e un catalizzatore di cambiamento, volto a restituire dignità e speranza a coloro che hanno bisogno di una seconda possibilità. L’evento a Poggioreale si configura, dunque, come un esempio virtuoso di come la cultura, l’arte e la compassione possano contribuire a costruire un sistema penitenziario più umano e orientato alla riabilitazione.
Coppola e Geolier a Poggioreale: un libro per la speranza.
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