Il Decreto Legge Terra dei Fuochi, ora in fase di definitiva conversione parlamentare, rappresenta una svolta significativa nel contrasto alla criminalità ambientale, introducendo un quadro sanzionatorio più severo e rafforzando gli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine e della magistratura.
Come sottolineato dal Deputato Jacopo Morrone, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sui reati ambientali, in occasione del XVII Forum PolieCo, il provvedimento non si limita a fungere da deterrente, ma offre concrete novità procedurali e pene più incisive.
Il focus dell’interesse criminale, come Morrone ha evidenziato, risiede nel potenziale economico legato alla gestione dei rifiuti.
La vendita illegale di specifiche tipologie di scarti, unitamente ai vantaggi economici derivanti dall’elusione delle normative sulla tracciabilità, costituiscono un’induzione primaria per l’infiltrazione della criminalità organizzata.
Paradossalmente, i principi dell’economia circolare, concepiti per promuovere la sostenibilità e il riutilizzo dei materiali, vengono distorti e strumentalizzati dalle organizzazioni criminali per massimizzare i profitti, trasformando un’opportunità di sviluppo virtuoso in un terreno fertile per attività illecite.
La Direzione Nazionale Antimafia, con il supporto coordinato delle Direzioni Distrettuali Antimafia territoriali, monitora costantemente l’evoluzione di questi traffici illeciti, focalizzandosi sulle complessità investigative che ne derivano.
La portata transnazionale del fenomeno, che coinvolge diversi paesi, ha richiesto una collaborazione internazionale intensificata, con incontri cruciali presso la sede dell’Agenzia Europea Eurojust e con l’Interpol, per coordinare le indagini e contrastare efficacemente i traffici illegali di rifiuti che superano i confini nazionali.
Le modifiche legislative introdotte dal Decreto Terra dei Fuochi sono numerose e significative.
Tra le novità più rilevanti spicca l’innalzamento di alcune fattispecie di illeciti ambientali dalla categoria delle contravvenzioni a quella dei delitti.
Questa modifica, di importanza cruciale, preclude la possibilità di accedere a procedure estintive o all’oblazione, aumentando la severità delle conseguenze legali per i responsabili.
Parallelamente, le pene previste per i reati ambientali sono state aumentate in maniera considerevole, rafforzando il messaggio di tolleranza zero verso chi danneggia l’ambiente e mette a rischio la salute pubblica.
Un altro aspetto fondamentale riguarda l’aggiornamento del catalogo dei “reati presupposto” che consentono l’attribuzione di responsabilità amministrativa agli enti.
Questo aggiornamento, caratterizzato da nuovi inserimenti e dall’incremento delle sanzioni, mira a responsabilizzare le aziende e le organizzazioni che, pur non agendo direttamente, favoriscono o tollerano comportamenti illeciti nel settore della gestione dei rifiuti.
In sintesi, il Decreto Terra dei Fuochi non è solo un insieme di nuove norme, ma un vero e proprio cambio di paradigma nella lotta alla criminalità ambientale, volto a proteggere il territorio, la salute dei cittadini e a promuovere una cultura della legalità e della sostenibilità.






