Un’operazione della Guardia di Finanza di Portici ha portato alla scoperta e sequestro di un’area di 300 metri quadrati a Ercolano, un deposito abusivo che si configurava come una vera e propria discarica tessile illegale, contenente circa dieci tonnellate di rifiuti.
 La scoperta mette in luce una filiera sommersa di gestione dei rifiuti tessili, con pesanti implicazioni ambientali, sanitarie ed economiche.
L’attività illecita, camuffata da presunta attività di recupero e commercio all’ingrosso, si concentrava sulla manipolazione di abiti usati di seconda mano.
 Questi, provenienti da ignote fonti, non erano sottoposti a nessun processo di igienizzazione e sanificazione, elementi cruciali per garantire la sicurezza e la qualità dei prodotti destinati al mercato.
 Il rischio di contaminazione biologica e diffusione di malattie era, pertanto, elevatissimo.
La gravità del caso risiede non solo nell’illegalità della gestione dei rifiuti, ma anche nella potenziale infiltrazione della criminalità organizzata.
Il modus operandi suggerisce una catena di approvvigionamento opaca, con la possibilità che i materiali provenissero da attività illecite o da paesi esteri, eludendo controlli e normative.
 Un 25enne, con precedenti penali, è stato denunciato per gestione illecita di rifiuti e violazioni delle normative sulla prevenzione incendi, una conferma che l’attività era gestita in maniera palesemente illegale e pericolosa.
 L’assenza di un adeguato sistema antincendio rendeva il deposito un potenziale focolaio di incendio, con gravi rischi per la sicurezza dei lavoratori e dell’intera comunità.
Parte dei capi di abbigliamento era già pronta per essere immessa in un mercato parallelo, bypassando i canali ufficiali e privando lo Stato di entrate fiscali.
 L’assenza di documentazione attestante la provenienza e la mancanza di tracciabilità costituivano una frode ai consumatori e un danno all’economia legale, minando la concorrenza leale e creando una distorsione del mercato.
Questa scoperta sottolinea la necessità di rafforzare i controlli e i meccanismi di tracciabilità dei rifiuti tessili, promuovendo un’economia circolare sostenibile e responsabile, che tuteli l’ambiente, la salute pubblica e i diritti dei lavoratori.
 È fondamentale sensibilizzare i consumatori sull’importanza di un consumo consapevole e di pratiche di smaltimento corrette, per contrastare efficacemente il fenomeno dell’illegalità nel settore tessile.



                                    



