Il panorama politico campano si appresta a ridisegnare le proprie coordinate con le elezioni regionali previste il 23 e 24 novembre prossimi.
Un scrutinio cruciale che determinerà la composizione del Consiglio Regionale e il futuro della leadership della Giunta, come sancito dal decreto presidenziale di Vincenzo De Luca.
L’attenzione si concentra in particolare sulla circoscrizione napoletana, destinata a eleggere il maggior numero di consiglieri, riflettendo la sua rilevanza demografica all’interno della regione.
La distribuzione dei seggi, un meccanismo complesso che bilancia rappresentanza e popolazione, si articola in una precisa ripartizione provinciale.
La provincia di Salerno si aggiudica nove seggi, consolidando la sua voce all’interno dell’assemblea regionale.
Caserta, con otto seggi, conferma la sua importanza politica.
Avellino ottiene quattro seggi, mentre Benevento, con i suoi due, rappresenta una minoranza significativa ma non trascurabile.
Questa assegnazione dei seggi non è frutto di un’impostazione arbitraria, bensì si basa su un calcolo preciso e oggettivo: la popolazione residente, quantificata attraverso i dati censuari del 2021.
La città di Napoli, fulcro demografico della regione, vanta un elettorato di quasi tre milioni di persone (2.988.376), un dato che giustifica la sua preponderanza in termini di rappresentanza consiliare.
Salerno, con un milione e quattordici migliaia di elettori (1.046.493), si posiziona al secondo posto.
Caserta segue con poco meno di un milione di elettori (905.045), mentre Avellino e Benevento, con 401.451 e 265.055 elettori rispettivamente, rappresentano aree con una densità abitativa inferiore, ma comunque fondamentali per l’equilibrio politico regionale.
La ripartizione dei seggi, pur basata su dati oggettivi, solleva interrogativi sulla rappresentatività e sull’equità del sistema elettorale regionale.
È innegabile che la dimensione demografica influenzi significativamente l’assegnazione delle poltrone, ma la questione della rappresentanza delle minoranze e delle aree interne rimane un punto cruciale di discussione nel dibattito politico regionale.
Questo scrutinio, quindi, non è solo una competizione per il potere, ma anche un momento di riflessione sull’identità e sul futuro della Campania.