Il verdetto si è concluso con sentenze significative: Patrizio Bosti, figura apicale del clan Contini, dovrà scontare quindici anni di reclusione, il figlio Ettore dodici, la figlia Flora tredici e Luca Esposito, genero del boss, dodici anni. A queste pene si aggiunge la confisca di un ingente patrimonio, un complesso finanziario il cui valore stimato sfiora le decine di milioni di euro, testimonianza tangibile di un’economia criminale radicata nel tessuto sociale.L’operazione ha portato alla luce un tesoro di beni di lusso e capitali occulti, tra cui una collezione di automobili di pregio, partecipazioni societarie, una cospicua somma in contanti – quattro milioni di euro – e una scintillante serie di orologi di alta gamma, con un Patek Philippe da 370.000 euro a rappresentare il vertice del lusso ostentato. L’elenco si arricchisce di gioielli di inestimabile valore, come una collana tempestata di diamanti il cui costo si aggira sui 120.000 euro. Il valore complessivo dei beni confiscati ammonta a sedici milioni di euro, un colpo durissimo alla capacità operativa e finanziaria del clan.La richiesta di condanna, formulata dal procuratore aggiunto antimafia di Napoli, Alessandra Converso, al termine di una dettagliata requisitoria nel processo in abbreviato, riflette la gravità delle accuse contestate, che includono presumibilmente associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura e riciclaggio di denaro. La strategia difensiva, articolata su più fronti, è affidata a un collegio di avvocati di notevole esperienza. Nicola Pomponio assiste Luca Esposito; Elisabetta Valentino difende Flora Bosti, mentre l’avvocato Leopoldo Perone si occupa di Patrizio Bosti, affiancato dall’avvocato Andrea Imperato per Ettore Bosti. La complessità del caso richiede una difesa capillare e accurata, capace di contrastare le accuse e tutelare i diritti degli imputati.L’epilogo di questa vicenda giudiziaria si è concretizzato con la scoperta di un caveau segreto all’interno dell’abitazione di Luca Esposito. All’interno, sono stati rinvenuti i beni di lusso e le ingenti somme di denaro che hanno contribuito a delineare l’entità del patrimonio illecito. La scoperta del caveau rappresenta un elemento cruciale nell’indagine, fornendo una prova tangibile del sistema di occultamento e riciclaggio di denaro utilizzato dal clan Contini per alimentare le proprie attività criminali. Questo sequestro non solo ha colpito il patrimonio materiale, ma ha anche segnato un momento significativo nella lotta contro la criminalità organizzata, dimostrando la capacità delle forze dell’ordine e della magistratura di smantellare le strutture finanziarie che sostengono il potere mafioso. La sentenza rappresenta una vittoria per lo stato e un segnale forte di deterrenza per coloro che, con l’uso della violenza e dell’illegalità, cercano di condizionare la vita della comunità.
Franchi i boss Contini: quindici anni e confisca da milioni.
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