venerdì 5 Settembre 2025
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Napoli

Meta, abbattuto manufatto abusivo in zona a rischio idrogeologico.

L’esecuzione forzata di un complesso edilizio di tre livelli a Meta, località fortemente vulnerabile dal punto di vista idrogeologico, ha concluso un iter giudiziario pluriennale, culminando nell’abbattimento del manufatto abusivo.

La Procura di Torre Annunziata ha comunicato l’evento, evidenziando come la costruzione, eretta in palese violazione delle normative edilizie vigenti e oggetto di una sentenza di condanna risalente al 2006, rappresentasse una seria compromissione del territorio.

La struttura, originariamente concepita come piano terra di 55 metri quadrati con due locali, si era estesa in un primo piano di 110 metri quadrati, composto da quattro vani collegati da un corridoio, e si era conclusa con un ultimo livello di 55 metri quadrati, arricchito da un ampio terrazzo di pari superficie.
La peculiarità dell’edificio demolito risiedeva nel suo stato di avanzato grezzo: privo di finiture essenziali come intonaci, pavimentazioni, impianti idraulici ed elettrici, e di qualsiasi elemento di completamento sia interno che esterno, rivelando una fase di costruzione interrotta e non autorizzata.
L’impatto ambientale negativo derivante da tale opera abusiva era considerevole.

La sua ubicazione all’interno di un’area di pregevole valore paesaggistico e di notevole interesse pubblico amplificava la gravità della violazione.
La zona era infatti designata come area di tutela idrogeologica, cruciale per la difesa del suolo e particolarmente esposta al rischio di frane, un fattore aggravante che rendeva la costruzione una potenziale minaccia per la sicurezza della comunità e per l’equilibrio ecosistemico.

L’abusivismo edilizio, in questo contesto, non si configura semplicemente come una violazione urbanistica, ma come un atto che mina la resilienza del territorio e ne compromette la capacità di resistere a eventi naturali estremi.

L’abbattimento è stato eseguito in regime di autodemolizione, un percorso che prevede la responsabilità del proprietario nel provvedere alla demolizione, evitando così l’anticipazione di oneri finanziari a carico dell’ente pubblico, in particolare il Comune e la Cassa Depositi e Prestiti.
Questo meccanismo, seppur economicamente vantaggioso per l’amministrazione, sottolinea la complessità della gestione del fenomeno dell’abusivismo edilizio e la necessità di rafforzare i controlli preventivi e sanzionatori per prevenire la reiterazione di tali violazioni.

La vicenda, quindi, rappresenta un campanello d’allarme sull’importanza di una pianificazione territoriale oculata e di una rigorosa applicazione delle norme edilizie per la salvaguardia del patrimonio ambientale e la sicurezza delle comunità locali.

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