Un’esplosione di colori e speranza ha animato il Centro Fernandes di Castel Volturno, un’oasi di accoglienza per migranti e persone vulnerabili, attraverso un murales di straordinaria potenza emotiva.
L’opera, frutto della collaborazione tra giovani rifugiati ucraini e guidata dall’artista locale Alessandro Ciambrone, incarna un messaggio universale di pace, ispirato profondamente agli insegnamenti del Papa Leone XVI.
Ciambrone, figura radicata nel tessuto sociale di Castel Volturno e testimone diretto delle sfide che la comunità affronta quotidianamente, ha saputo trasformare la sofferenza e il degrado in una fonte inesauribile di ispirazione artistica.
Il suo percorso creativo include collaborazioni significative, come la realizzazione del murales che ha raggiunto il record mondiale di Guinness dei Primati presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere, un progetto nato dalla sinergia tra detenuti e studenti, un esempio tangibile di come l’arte possa fungere da ponte tra mondi apparentemente distanti.
La creazione del murales, completata in sole cinque ore il 10 agosto, è stata immortalata dal fotografo Giovanni Izzo, catturando l’energia e l’entusiasmo dei giovani artisti ucraini.
Questi ragazzi, segnati da esperienze traumatiche che nessun bambino dovrebbe mai conoscere, hanno trovato nell’arte un potente mezzo per esprimere il loro profondo desiderio di pace, un anelito condiviso da intere comunità dilaniate da conflitti.
Il murales, più che una semplice decorazione, rappresenta una concreta applicazione del messaggio papale che invita ogni comunità a trasformarsi in una “casa della pace”.
Questo concetto va ben oltre l’assenza di violenza, implicando un impegno attivo nella promozione del dialogo costruttivo, nella ricerca della giustizia e nella pratica del perdono, pilastri fondamentali per la costruzione di una convivenza armoniosa.
L’opera d’arte sottolinea come la pace non sia un’illusione eterea, un ideale irraggiungibile, ma una pratica concreta, un percorso quotidiano che richiede pazienza, coraggio, ascolto attento e azioni concrete.
In un’epoca segnata da crescenti tensioni globali e disuguaglianze, il murales si erge a monito e a invito: un appello alla responsabilità collettiva, alla vigilanza e alla capacità di generare soluzioni pacifiche, radicandosi nella resilienza umana e nella speranza di un futuro migliore.
Il Centro Fernandes, con questa iniziativa, si conferma un luogo di incontro, di scambio e di costruzione di ponti, un faro di speranza in un mondo afflitto da troppe ombre.