mercoledì 1 Ottobre 2025
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Occupazioni studentesche e solidarietà a Gaza: la mobilitazione si allarga.

L’azione studentesca si intensifica con un’occupazione permanente della Facoltà di Lettere e Filosofia di Porta di Massa, un punto nodale per seguire l’evoluzione della spedizione umanitaria diretta a Gaza.

Parallelamente, la Facoltà di Scienze Politiche a Roma è stata occupata, segnalando la disponibilità a sostenere attivamente la resistenza palestinese e la Global Sumud Flotilla.

Queste iniziative, coordinate da un collettivo universitario autogestito, si estendono a numerose città, segnalando un momento di preparazione ad un’azione concertata.

A Napoli, in particolare, viene creato uno spazio dedicato al dialogo, alla condivisione e all’aggregazione sociale, volto a contrastare l’isolamento e le sofferenze che affliggono la collettività.
L’obiettivo è di promuovere una mobilitazione diffusa e trasversale.
I promotori dell’iniziativa denunciano una responsabilità diretta del governo italiano nel perpetuare il conflitto.

Le accuse si concentrano sull’approvvigionamento di armamenti verso Israele e il sostegno alle sue politiche, descritte come genocidali, coloniali e intrise di supremazia.
La retorica ufficiale, amplificata dai media, è vista come un attacco diretto agli equipaggi della Flotilla, un tentativo di delegittimare la loro missione umanitaria.
La richiesta centrale è la cessazione immediata delle operazioni militari in Palestina e la liberazione del territorio “dal fiume al mare”, espressione che implica la fine dell’occupazione israeliana e l’instaurazione di un nuovo assetto politico.
Accanto a questa rivendicazione, vi è una ferma richiesta di protezione per gli equipaggi della Global Sumud Flotilla e della Freedom Flotilla, considerati bersaglio di attacchi mediatici e potenzialmente esposti a pericoli durante il loro viaggio verso Gaza.
L’intera iniziativa si configura come un atto di solidarietà attiva verso il popolo palestinese e un tentativo di esercitare pressione politica contro le politiche governative e internazionali che favoriscono il conflitto.

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