Dieci anni dopo, il fango si è trasformato in una medaglia.
Un metallo prezioso inciso con la frase “Io c’ero”, simbolo tangibile di un’azione corale, di una resilienza che ha ridefinito il concetto di comunità e impresa.
La cerimonia, organizzata dal pastificio Rummo nel cuore del suo stabilimento, un tempo soffocato dall’acqua e dalla furia del 15 ottobre 2015, ha segnato un traguardo non solo industriale, ma umano.
Cosimo Rummo, anima e cuore dell’azienda, ha ripercorso la notte di quell’alluvione, un evento che avrebbe potuto cancellare un’eccellenza agroalimentare italiana.
La telefonata del direttore, la corsa contro il tempo, l’immagine dei capannoni inaccessibili, l’angoscia e poi, l’incredibile reazione dei dipendenti, che, insieme alla famiglia Rummo, hanno dato il via a un’opera di ricostruzione titanica, spalando tonnellate di fango e detriti.
Un atto di coraggio e dedizione che ha rappresentato un faro di speranza in un territorio devastato.
“L’acqua non ci ha mai rammollito,” recita lo slogan diventato un inno.
Un motto che ha alimentato la mobilitazione globale, amplificata dall’eco dei social media.
L’hashtag #saveRummo si è diffuso rapidamente, trasformando una tragedia locale in un evento di risonanza internazionale, catalizzando un’ondata di solidarietà inaspettata.
Il gesto di un intero Paese, materializzato nell’intervento del Capo dello Stato e nell’arrivo di 700 volontari, ha contribuito in maniera decisiva a risollevare il pastificio dalle macerie.
L’impegno straordinario di tutti, dalla forza lavoro al management, ha permesso non solo di preservare la presenza del marchio nei supermercati, ma anche di accelerare il ritorno alla piena operatività, consolidando la leadership di Rummo a livello nazionale e proiettandola verso nuovi mercati esteri, oggi raggiunti in ben 70 Paesi.
La cerimonia, a testimonianza dell’importanza di un tessuto economico e sociale coeso, ha visto la partecipazione di figure istituzionali di spicco, tra cui il sindaco Clemente Mastella, la dirigente Titti Postiglione, il presidente Ermete Realacci e, in collegamento da remoto, il leader di Coldiretti Ettore Prandini.
Un momento di riflessione e celebrazione che ha sottolineato come la capacità di affrontare le avversità con determinazione e spirito di collaborazione possa trasformare una crisi in un’opportunità di crescita e di sviluppo, rafforzando l’identità e la vocazione di un’intera comunità.
L’acqua ha portato via molto, ma ha anche svelato un patrimonio di resilienza e ingegno che ha permesso al pastificio Rummo di rinascere, più forte e più consapevole del proprio ruolo nel panorama agroalimentare mondiale.