venerdì 12 Settembre 2025
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San Giovanni a Teduccio, Napoli: Pax Mafiosa Rotta, Nuova Ondata di Violenza

Nel cuore del quartiere San Giovanni a Teduccio, a Napoli, durante la settimana pasquale del 2025, una serie di eventi inquietanti ha scosso la fragile tregua interna alla criminalità organizzata.
Quattro episodi distinti, attentamente analizzati dai Carabinieri e dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno rivelato una escalation di violenza che, secondo gli inquirenti, segna la rottura di un delicato accordo di pace.

L’evento più allarmante si è verificato venerdì Santo, durante la solenne Via Crucis in Piazza Capri, adiacente alla chiesa San Giuseppe Madolla di Lourdes.

Intorno alle ore 19:30, mentre la comunità si raccoglieva nel culto, un individuo armato ha aperto il fuoco contro la folla riunita, per poi dileguarsi a bordo di uno scooter condotto da un complice.

Un colpo di fortuna, o forse una provvidenziale protezione, ha evitato che la sparatoria provocasse vittime.

L’intervento tempestivo del parroco, che ha interrotto le celebrazioni in seguito ai colpi di arma da fuoco, ha consentito l’arrivo delle forze dell’ordine.

Sul luogo, i militari hanno rinvenuto nove bossoli e due proiettili, indicatori di un agguato premeditato e di una potenza di fuoco non trascurabile.

Le testimonianze raccolte suggerivano un attacco mirato, con colpi uditi in più momenti distinti, estendendosi anche alle retrovie della chiesa.
Informazioni cruciali sono state fornite da Francesco Rinaldi, esaminato dalla Squadra Mobile presso la Questura.

Rinaldi, mentre lasciava la chiesa con il corteo della Via Crucis accompagnato dal figlio, la sorella e altri familiari, ha riferito di aver assistito all’azione di due individui in sella a uno scooter, i quali hanno sparato in sua direzione e contro il corteo guidato dal parroco.

La testimonianza, dettagliata e coerente, ha fornito elementi chiave per l’identificazione dei responsabili e la ricostruzione della dinamica dell’evento.
L’ipotesi più accreditata dagli inquirenti suggerisce che l’attacco del 18 aprile sia il fulcro di una frattura profonda nel delicato equilibrio tra le famiglie mafiose operanti nel territorio.

In particolare, si ritiene che l’evento abbia innescato la rottura della “pax mafiosa” precedentemente siglata tra Gennaro Rinaldi, noto come “o’ lione”, Roberto Mazzarella, figura di spicco della federazione omonima, e Clemente Amodio, altro elemento di rilievo all’interno della stessa organizzazione.
Questa fragile alleanza, che aveva precedentemente garantito un periodo di relativa calma, sembra essersi dissolta a seguito dell’attacco, lasciando presagire una nuova fase di conflitto e rivalità.
Al momento, il clan D’Amico è considerato il probabile mandante della stesa, ma le indagini proseguono a 360 gradi per accertare tutti i dettagli e i coinvolgimenti nell’operazione.

Il clima di incertezza e la prospettiva di ulteriori azioni violente impongono una risposta immediata e coordinata da parte delle forze dell’ordine per garantire la sicurezza della comunità e prevenire l’escalation della criminalità organizzata.

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