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sabato 1 Novembre 2025

Sequestro a Positano: indagine sull’hotel Le Agavi

A Positano, l’azione delle forze dell’ordine ha portato all’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo su una porzione significativa dell’Hotel Le Agavi, un provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno, sollecitato dalla Procura locale.
Questa misura cautelare non è un episodio isolato, ma il culmine di un’indagine complessa, avviata a seguito di scrupolosi sopralluoghi effettuati tra aprile e luglio dell’anno precedente.
L’inchiesta, resa possibile dall’analisi dettagliata di planimetrie catastali, documenti relativi a istanze di condono edilizio e SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), ha rivelato un quadro di violazioni urbanistiche di notevole gravità.
Le irregolarità riscontrate non si limitano a semplici discrepanze dimensionali, ma denunciano una sistematica alterazione della struttura originaria, con conseguenze negative sull’ambiente, il paesaggio e la sicurezza del territorio.

L’indagine ha svelato la realizzazione, senza le necessarie autorizzazioni, di undici nuove aree destinate all’uso comune, come bar, area benessere (Spa e fitness), ristorante, chiosco con forno, cabine da spiaggia, dispensa e locale tecnico per la piscina.

Parallelamente, ventuno camere dell’hotel hanno subito modifiche difformi, comportando ampliamenti volumetrici e incrementi di superficie utile non sanati.

La gravità della situazione si aggrava con l’individuazione di un’occupazione abusiva di un’ampia porzione di demanio marittimo (530 metri quadrati) lungo la spiaggia della Remmese.
Questa area, precedentemente accessibile a tutti, è stata privatizzata attraverso la costruzione di strutture, pavimentazioni e recinzioni, destinata all’uso esclusivo degli ospiti dell’hotel.
Un’operazione che ha sottratto un bene comune alla collettività, minando il diritto di accesso al mare e alterando il carattere pubblico della costa.
Il sequestro preventivo rappresenta un atto volto a preservare il patrimonio paesaggistico e a garantire che i responsabili rendano conto delle loro azioni.
L’indagine solleva interrogativi fondamentali sulla gestione del territorio, sulla necessità di controlli più rigorosi e sulla responsabilità di chi, in nome del profitto, compromette la tutela dell’ambiente e la sicurezza pubblica.
L’episodio, inoltre, evidenzia la vulnerabilità di un contesto territoriale complesso, gravato da vincoli ambientali e sismici, dove l’abusivismo edilizio può generare conseguenze potenzialmente devastanti.

Si apre così un dibattito sulla necessità di ripensare il modello di sviluppo turistico, orientandolo verso pratiche più sostenibili e rispettose dell’ambiente e del bene comune.

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