L’inchiesta sul presunto utilizzo illegale dello spyware Graphite si infittisce, con un’azione significativa che coinvolge diverse istituzioni e figure chiave del panorama giornalistico italiano. La polizia giudiziaria, sotto la direzione dell’autorità giudiziaria, ha notificato un avviso di accertamenti tecnici non ripetibili (ATNR) a undici persone e una società, in un’indagine preliminare – attualmente contro ignoti – relativa al cosiddetto “caso Paragon”. L’operazione, frutto di una cooperazione tra la Procura di Napoli e quella di Roma, segna un punto di svolta nelle indagini, aprendo la strada a un’analisi forense dei dispositivi sequestrati.La notifica dell’avviso, un atto formale che garantisce ai destinatari la possibilità di partecipare attivamente agli accertamenti tecnici, è stata firmata da magistrati di entrambe le procure, evidenziando la natura transnazionale e la gravità delle accuse. Il conferimento dell’incarico per l’esecuzione degli ATNR è stato fissato presso la sede della Procura di Roma, il 23 giugno, data che segnerà l’inizio delle perizie tecniche.L’indagine è stata avviata in seguito alla denuncia presentata dal direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato, uno dei giornalisti che sospetta di essere stato oggetto di sorveglianza illegale tramite lo spyware Graphite. Questo software sofisticato è capace di compromettere la sicurezza di un dispositivo mobile, estraendo dati sensibili, geolocalizzando il dispositivo e persino clonando il contenuto del telefono, aggirando le protezioni crittografiche. Tra i destinatari dell’avviso figura Ciro Pellegrino, giornalista della redazione di Napoli di Fanpage.it, e la società proprietaria del sito web.L’aspetto cruciale di questa fase processuale è il diritto dei destinatari di nominare propri consulenti tecnici di parte, garantendo così una supervisione indipendente e una difesa attiva durante le operazioni di analisi forense. Questo diritto fondamentale, sancito dall’ordinamento processuale italiano, mira a bilanciare l’azione della pubblica accusa con la tutela dei diritti degli indagati.Ciro Pellegrino, uno dei giornalisti coinvolti, ha dichiarato di aver già consegnato il proprio cellulare agli inquirenti e di aver sporto denuncia alla Polizia Postale. Pellegrino ha inoltre sottolineato l’importanza del ruolo della Procura di Napoli, guidata da Nicola Gratteri, particolarmente attenta alle questioni di cybersicurezza. La fiducia nell’ufficio inquirente partenopeo è espressa come elemento di supporto all’azione giudiziaria, auspicando una completa chiarificazione dei fatti. La vicenda solleva interrogativi cruciali sulla sicurezza digitale dei giornalisti e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di controllo e di garanzia dei diritti fondamentali nell’era digitale, oltre a porre l’attenzione sull’efficacia delle misure di protezione dei dati personali e sulla necessità di una regolamentazione più stringente per l’uso di tecnologie di sorveglianza.
Spyware Graphite: Inchiesta si infittisce, avvisi ATNR a giornalisti e società
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