La Terra dei Fuochi, un territorio segnato da un’eredità di drammi sanitari e ambientali, continua a rappresentare una sfida complessa per il sistema sanitario nazionale.
Le elevate incidenze di patologie oncologiche, un fardello che grava sulle comunità locali e che si protrae nel tempo, richiedono un approccio strategico e multidisciplinare, ben al di là delle misure emergenziali.
L’intervento del Ministero della Salute, formalizzato attraverso un decreto legge, rappresenta un segnale di attenzione, ma è cruciale che si traduca in azioni concrete e sostenibili nel lungo periodo.
L’accento posto sulla sorveglianza sanitaria e sul potenziamento degli screening oncologici è essenziale.
Tuttavia, la mera identificazione precoce di malattie già in atto non è sufficiente.
È necessario comprendere a fondo le dinamiche che determinano l’aumento del rischio, i meccanismi biologici attraverso i quali l’esposizione a sostanze tossiche impatta sulla salute umana.
Ricordiamo gli studi condotti dall’Istituto Superiore di Sanità, finanziati dal Ministero, che hanno tentato di quantificare i rischi associati all’inquinamento da rifiuti illegali.
Questi dati, seppur preliminari, offrono spunti importanti per la definizione di interventi mirati.
È imperativo abbandonare una visione restrittiva e frammentata della salute, abbracciando una prospettiva “One Health”, che riconosce l’interconnessione tra la salute umana, la salute animale e la salute degli ecosistemi.
L’inquinamento ambientale non colpisce solo l’uomo, ma anche gli animali selvatici e domestici, alterando gli equilibri biologici e amplificando i rischi per l’intera catena alimentare.
La contaminazione del suolo, delle acque e dell’aria può influire sulla produzione agricola, introducendo sostanze tossiche negli alimenti consumati dalla popolazione.
Pertanto, la prevenzione non può limitarsi alla diagnosi precoce delle malattie, ma deve estendersi alla bonifica dei siti contaminati, al controllo delle emissioni inquinanti, alla promozione di pratiche agricole sostenibili e alla sensibilizzazione della popolazione sui rischi ambientali.
La sorveglianza sanitaria, inoltre, deve essere integrata con indagini epidemiologiche approfondite, finalizzate a identificare i fattori di rischio specifici del territorio e a monitorare l’efficacia degli interventi implementati.
La Terra dei Fuochi non è solo un problema sanitario, ma una questione di giustizia ambientale e sociale.
Richiede un impegno corale, che coinvolga istituzioni, ricercatori, operatori sanitari, associazioni ambientaliste e comunità locali, per costruire un futuro più sano e sicuro per tutti.
L’azione del Ministero della Salute, per essere realmente efficace, deve essere parte integrante di una strategia globale, orientata alla riparazione del danno ambientale e alla tutela della salute delle generazioni presenti e future.