lunedì 4 Agosto 2025
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Tragedia in Irpinia: tre cani abbandonati muoiono di stenti.

Una tragica scoperta ha scosso la comunità di Senerchia, piccolo centro incastonato nel cuore dell’Irpinia.
In un luogo isolato, un box destinato ad accogliere fedeli compagni a quattro zampe è diventato teatro di una morte silenziosa e deplorevole.

Qui, i carabinieri, allertati da una segnalazione, hanno rinvenuto i corpi senza vita di tre cani meticci, le cui condizioni suggeriscono un abbandono protratto nel tempo.
L’immagine è sconvolgente: tre creature esangui, le cui vite si sono spente lentamente per mancanza di nutrimento e idrica, testimonianza di una negligenza che sconfina nella crudeltà.
Un quarto cane, miracolosamente vivo, è stato recuperato dalle forze dell’ordine e immediatamente affidato alle cure del canile municipale di Montella, dove veterinari e volontari si stanno adoperando per garantirgli le necessarie attenzioni mediche e un ambiente sicuro e accogliente.
La vicenda ha sollevato un’ondata di sconcerto e indignazione nella provincia di Avellino, alimentando un acceso dibattito sulla responsabilità e il dovere di cura nei confronti degli animali.
I presunti proprietari, una coppia residente nel comune, sono stati deferiti all’attenzione della Procura della Repubblica, che dovrà accertare le circostanze che hanno portato a questo tragico evento e valutare eventuali reati di maltrattamento e abbandono di animali.
Le carcasse dei tre cani, con l’eccezione di uno identificato grazie alla presenza del microchip – strumento fondamentale per la tracciabilità e la tutela del benessere animale – sono state trasferite presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno.

Qui, rigorosi esami necroscopici e analisi di laboratorio saranno condotti per determinare con precisione le cause del decesso e escludere eventuali patologie preesistenti o fattori esterni che potrebbero aver contribuito alla loro scomparsa.
Questo episodio, oltre a rappresentare una perdita dolorosa per la comunità animale, pone l’accento sulla necessità di rafforzare la consapevolezza e la sensibilità verso i diritti degli animali, promuovendo una cultura di rispetto e responsabilità che vada oltre il semplice possesso, abbracciando il concetto di tutela e benessere.
L’episodio sottolinea l’importanza cruciale dei microchip, strumento che avrebbe potuto facilitare l’identificazione dei cani e, potenzialmente, aver prevenuto o accelerato l’intervento.

La vicenda si configura, dunque, come un monito per tutti, invitando a una riflessione più profonda sul rapporto tra l’uomo e il mondo animale e sulla necessità di garantire a ogni creatura una vita dignitosa e priva di sofferenze.

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