Una tragica scoperta ha scosso la comunità di Senerchia, piccolo centro incastonato nel cuore dell’Irpinia.
In un luogo isolato, un box destinato ad accogliere fedeli compagni a quattro zampe è diventato teatro di una morte silenziosa e deplorevole.
Qui, i carabinieri, allertati da una segnalazione, hanno rinvenuto i corpi senza vita di tre cani meticci, le cui condizioni suggeriscono un abbandono protratto nel tempo.
L’immagine è sconvolgente: tre creature esangui, le cui vite si sono spente lentamente per mancanza di nutrimento e idrica, testimonianza di una negligenza che sconfina nella crudeltà.
Un quarto cane, miracolosamente vivo, è stato recuperato dalle forze dell’ordine e immediatamente affidato alle cure del canile municipale di Montella, dove veterinari e volontari si stanno adoperando per garantirgli le necessarie attenzioni mediche e un ambiente sicuro e accogliente.
La vicenda ha sollevato un’ondata di sconcerto e indignazione nella provincia di Avellino, alimentando un acceso dibattito sulla responsabilità e il dovere di cura nei confronti degli animali.
I presunti proprietari, una coppia residente nel comune, sono stati deferiti all’attenzione della Procura della Repubblica, che dovrà accertare le circostanze che hanno portato a questo tragico evento e valutare eventuali reati di maltrattamento e abbandono di animali.
Le carcasse dei tre cani, con l’eccezione di uno identificato grazie alla presenza del microchip – strumento fondamentale per la tracciabilità e la tutela del benessere animale – sono state trasferite presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno.
Qui, rigorosi esami necroscopici e analisi di laboratorio saranno condotti per determinare con precisione le cause del decesso e escludere eventuali patologie preesistenti o fattori esterni che potrebbero aver contribuito alla loro scomparsa.
Questo episodio, oltre a rappresentare una perdita dolorosa per la comunità animale, pone l’accento sulla necessità di rafforzare la consapevolezza e la sensibilità verso i diritti degli animali, promuovendo una cultura di rispetto e responsabilità che vada oltre il semplice possesso, abbracciando il concetto di tutela e benessere.
L’episodio sottolinea l’importanza cruciale dei microchip, strumento che avrebbe potuto facilitare l’identificazione dei cani e, potenzialmente, aver prevenuto o accelerato l’intervento.
La vicenda si configura, dunque, come un monito per tutti, invitando a una riflessione più profonda sul rapporto tra l’uomo e il mondo animale e sulla necessità di garantire a ogni creatura una vita dignitosa e priva di sofferenze.