Il XXXIII Convegno Nazionale della Rete degli Amministratori Universitari (RAU), recentemente concluso a Napoli, ha rappresentato un punto di svolta cruciale per la riflessione sul futuro del sistema universitario italiano. L’evento, che ha visto riunirsi Direttori Generali, dirigenti e responsabili amministrativi da ogni ateneo nazionale, ha affrontato tematiche complesse e strategiche per la sopravvivenza e il progresso delle istituzioni di *higher education*.Il convegno, intitolato “Navigare la Trasformazione: Leadership, Competenze e Modelli Collaborativi per il Futuro degli Atenei”, ha delineato un quadro di sfide interconnesse che spaziano dall’implementazione di tecnologie all’avanguardia alla necessità di una profonda riorganizzazione interna, passando per la sostenibilità ambientale, l’inclusione sociale e l’integrazione delle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale.L’apertura dei lavori, affidata all’intervento del sindaco Gaetano Manfredi, ha sottolineato il ruolo propulsivo degli atenei come motori di sviluppo economico, sociale e culturale, non solo a livello locale ma in un’ottica nazionale. Successivamente, un messaggio in video del ministro Paolo Zangrillo ha evidenziato come la leadership efficace non si configuri come un mero atto di innovazione, bensì come un processo integrativo che ingloba la formazione continua e lo sviluppo di competenze specialistiche.La presidente del RAU, Maria Adele Savino, ha guidato i lavori, ponendo l’accento sulla crescente importanza della governance amministrativa come elemento chiave per gestire la complessità gestionale e rafforzare il legame tra gli atenei e il tessuto sociale ed economico circostante. La sua visione sottolinea la necessità di un cambiamento di paradigma: passare da una leadership centralizzata a un modello di leadership diffusa, che valorizzi il contributo di ogni singolo attore all’interno dell’organizzazione.Le discussioni hanno rivelato un profondo senso di urgenza e un’ambizione condivisa per il futuro degli atenei. Simone Canesso, vicepresidente del RAU, ha espresso grande soddisfazione per il successo dell’evento, ringraziando l’Università Federico II per l’ospitalità e la città di Napoli per l’accoglienza. Il messaggio finale è stato quello di una rinnovata consapevolezza: la capacità di affrontare le sfide imminenti risiede nella competenza, nella collaborazione e nella condivisione di obiettivi comuni.Alberto Scuttari, presidente del CoDAU, ha inquadrato la situazione con chiarezza, definendo le università come entità ibride, contemporaneamente centri di eccellenza accademica e realtà operative con logiche imprenditoriali. La sua analisi suggerisce che il successo dipenderà dalla capacità di bilanciare la ricerca scientifica con una gestione efficiente e strategica.Il convegno ha generato una convergenza di opinioni: il futuro dell’università italiana si gioca sulla capacità di creare un ecosistema in cui la leadership è distribuita, le competenze sono condivise e l’innovazione è il risultato di un dialogo continuo tra scienza e management. Questa visione integrata impone una trasformazione profonda, orientata alla costruzione di istituzioni resilienti, flessibili, aperte all’esterno e capaci di interpretare le dinamiche di un mondo in rapida evoluzione, non solo per formare le nuove generazioni, ma per guidare il progresso culturale, sociale ed economico del Paese. L’imperativo è agire con proattività, sperimentando nuove metodologie e abbracciando la cultura dell’apprendimento continuo.
Università italiana: il futuro si gioca tra leadership e innovazione.
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