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Identità, Natura e Memoria: Due Mostre Fotografiche a Napoli

Due Convergenze Fotografiche: Identità, Memoria e il Dialogo tra Umano e NaturaA Napoli, i Magazzini Fotografici ospitano due mostre che si intrecciano in un dialogo affascinante sulla fotografia, non solo come medium artistico, ma come linguaggio capace di sondare le profondità dell’identità, di evocare la memoria, di interpretare la società contemporanea e di rivelare una nuova prospettiva sulla natura.

Le esposizioni, curate rispettivamente da Manuela De Leonardis e Taryn Ferrentino, si protrarranno fino al 26 ottobre, offrendo al pubblico un’occasione unica per riflettere sulla potenza evocativa dell’immagine.
“Ritratto/autoritratto dall’archivio di Acta International” rappresenta una naturale estensione della mostra “Present Perfect | Passato prossimo”, dedicata alla celebrazione dei trent’anni di attività di Acta International.

La curatela di Manuela De Leonardis offre uno sguardo panoramico sul genere ritrattistico, attraverso una selezione di quaranta opere che testimoniano l’evoluzione del linguaggio fotografico tra gli anni Quaranta e il 2020/2021.
Le immagini, realizzate da autori e autrici di diverse generazioni e provenienti da contesti internazionali, compongono un mosaico di volti e identità, ciascuno portatore di una storia e di una visione del mondo.
Nomi come Paola Agosti, Muzna Al Musafir e Angelo Turetta si affiancano a figure emblematiche come Leonard Freed e Ivo Saglietti, creando un percorso che celebra la diversità e la complessità dell’esperienza umana.
Acta International, fondata da Giovanna Pennacchi e guidata artisticamente da Diego Mormorio fino al 2006, si è affermata come un punto di riferimento essenziale per la promozione della cultura fotografica.

Il suo impegno si è concretizzato nell’organizzazione di oltre centoquaranta mostre, spesso con la collaborazione di istituzioni culturali di prestigio, come la Casa Italiana Zerilli-Marimò della NYU a New York e l’Istituto Italiano di Cultura.
In parallelo, la mostra “Riot”, attraverso le immagini di Annamaria Belloni, affronta il tema della rivolta e del disordine, non in termini di conflitto o violenza, ma come potenziale di trasformazione e di scoperta.

La curatela di Taryn Ferrentino attinge all’etimologia della parola “riot” – derivante dal latino “rugire” – per suggerire un’esperienza sensoriale dirompente, ma che si rivela, inaspettatamente, un percorso verso l’interiorità e l’osservazione attenta.

Le fotografie di Belloni, incentrate su paesaggi vegetali frammentati, si immergono nel dettaglio, catturando l’essenza di foglie e rami con uno sguardo apparentemente distratto, quasi a voler cogliere un evento imprevisto.
Tuttavia, ciò che emerge non è un evento in sé, ma una trasformazione nel modo in cui lo sguardo si posa sulla natura.

La vegetazione, da oggetto osservato, si trasforma in soggetto attivo, co-autrice di un punto di vista inatteso.
Questo “riot” silenzioso, impercettibile, rivela un sovvertimento profondo: la natura che si racconta attraverso e al di là dello sguardo umano, aprendo nuove prospettive sull’interconnessione tra l’uomo e il mondo che lo circonda.

Le immagini invitano a un’esperienza contemplativa, a un ascolto attento del linguaggio segreto della natura, a una riscoperta del ruolo attivo dell’ambiente che ci ospita.

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