Questa stazione è un’esperienza immersiva, un incrocio tra scultura, architettura e un viaggio iniziatico nel cuore di Napoli, un’opera che unisce arte contemporanea e profonda simbologia.
Anish Kapoor, celebre scultore britannico, ha descritto il suo lavoro come un’esplorazione del significato di scendere sottoterra, creando un’opera d’arte totale e accessibile a tutti.
Il progetto, nato agli inizi del 2000 sotto la guida di Antonio Bassolino, ha superato anni di ritardi amministrativi e difficoltà nel reperire risorse, ma è finalmente giunto a inaugurazione, grazie anche al sostegno del governatore Vincenzo De Luca.
La stazione, con le sue due uscite – una all’interno del campus universitario Federico II e l’altra nel quartiere Rione Traiano – si trasforma in una metafora visiva della discesa agli Inferi, ispirata al mito della Sibilla Cumana narrato nell’Eneide.
L’elemento distintivo è la monumentale scultura collocata all’uscita universitaria: una bocca di 220 tonnellate e 19 metri di altezza che ingloba le scale mobili, invitando i passeggeri in un viaggio suggestivo.
Anche l’altra opera, più piccola, con un peso di oltre 42 tonnellate, replica il motivo della bocca, rafforzando l’immaginario mitologico.
L’ambiente sotterraneo, rivestito in spritz-beton, evoca l’atmosfera di un antro, contribuendo all’esperienza immersiva.
Kapoor ha voluto creare un percorso che richiamasse l’origine di Bombay, connettendola alla storia di Napoli, immaginando un viaggio nelle viscere del Vesuvio.
La costruzione è stata realizzata da Webuild, che ha già contribuito alla realizzazione di altre stazioni d’arte di Napoli, come Toledo e Dante.
Un momento gaffe durante la visita, con il presidente De Luca che ha erroneamente identificato la compagna di Kapoor come sua figlia, subito corretto con un sorriso e un chiarimento.
La stazione diventa così un esempio di come l’arte possa connettere culture e persone, creando un’esperienza unica e memorabile per tutti i viaggiatori.
La stazione, in definitiva, si configura non solo come un nodo di trasporto, ma come un’opera d’arte pubblica, un luogo di bellezza e ispirazione, un nuovo simbolo per la città di Napoli.