Opera di Periferia: Un Urlo dal Profondo del Tessuto Sociale NapoletanoDal 7 al 16 novembre, il Teatro Augusteo di Napoli si appresta ad accogliere *Opera di Periferia*, un’opera musicale potente e commovente firmata Peppe Lanzetta, un progetto che si rivela ben più di una semplice rappresentazione teatrale, ma un vero e proprio atto di denuncia sociale e un’esplorazione profonda dell’animo umano.
 Sul palco, un ensemble di talentuosi artisti, tra cui Ivan Granatino, Maria Rosaria Virgili, le Ebbanesis, Maurizio Capone e Bungtbangt, Alessandra Ciccariello, Vincenzo D’Ambrosio, Mattia Ferraro, Alfredo Mundo, Peppoh, Danilo Rovani, Lorenzo Simeone, con la presenza scenica di Peppe Lanzetta stesso, si fonderanno per dare voce a un grido di rabbia, frustrazione e, sorprendentemente, speranza.
L’opera, originariamente concepita nel 2009, si prefiggeva di scrutare le dinamiche di un disagio che, pur allora latente, preannunciava le successive ondate di proteste e rivendicazioni globali.
 Bruno Garofalo, regista dello spettacolo, sottolinea come Lanzetta abbia avuto il coraggio di portare in scena un linguaggio diretto, spietatamente realistico, capace di incarnare il peso delle generazioni che si sentono invisibili e abbandonate.
L’ambientazione, volutamente scelta, si radica nel cuore del tessuto urbano napoletano, precisamente nelle Vele di Secondigliano.
Un complesso edilizio nato con nobili intenzioni di riqualificazione, che si è progressivamente trasformato in un simbolo di marginalizzazione e esclusione sociale, un vero e proprio “lager” a cielo aperto.
 Lanzetta, con occhio acuto e sensibile, ha scelto questo luogo per raccontare la sofferenza giovanile, figlia di disuguaglianze strutturali che alimentano un ciclo di povertà e disperazione.
*Opera di Periferia* non si limita a descrivere un problema locale; la sua portata è universale.
Le Vele di Secondigliano diventano una metafora delle periferie del mondo, rispecchiando le dinamiche che si verificano nel Bronx americano, nelle *banlieues* francesi, e nella drammatica realtà palestinese, teatro di una violenza espansionistica che colpisce le popolazioni più vulnerabili.
La colonna sonora, curata da Maurizio Capone, è un elemento fondamentale per comprendere l’anima di quest’opera.
 Musica contemporanea, vibrante e coinvolgente, capace di creare un ponte emotivo tra il pubblico e i protagonisti, risuonando come l’eco delle proteste globali che animano le strade del mondo.
Più che una storia, *Opera di Periferia* è un’esperienza sensoriale e intellettuale, una lente di ingrandimento che rivela le cicatrici profonde di una società stratificata e disuguale.
Attraverso la ribellione di alcuni individui, la narrazione si evolve, trasformando le dinamiche di gruppo e aprendo, inaspettatamente, uno spiraglio di speranza.
Il vero obiettivo dello spettacolo, come afferma il regista, non è tanto intrattenere, quanto stimolare una riflessione profonda, scuotere le coscienze, e, forse, accendere una scintilla di cambiamento, anche nel cuore di un solo spettatore.



 
                                    


