Pio e Amedeo: Un film per Napoli, un omaggio sentito.

L’inatteso trionfo al botteghino di “Oi vita mia”, il loro esordio alla regia, riporta Pio e Amedeo in Campania, terra che nutre per loro un legame profondo e complesso.

Lungi dall’essere una semplice celebrazione di un successo commerciale, la loro presenza in regione si configura come un atto di gratitudine verso una comunità che, nel corso degli anni, ha offerto loro un’accoglienza inattesa e un affetto sincero.

“Il titolo è un omaggio doveroso,” spiega Pio D’Antini, riflettendo sul significato intrinseco dell’opera.

“Napoli ci ha sempre amati, ci ha abbracciato con una generosità che sentiamo di dover ricambiare.

Non abbiamo mai potuto esprimere pienamente la nostra riconoscenza, e dedicare il nostro primo film a questa città meravigliosa ci è sembrato il gesto più naturale.
” Amedeo Grieco aggiunge: “Ci aspettiamo il solito calore.

Napoli è sempre stata la nostra casa, un porto sicuro.

L’accoglienza che riceviamo è semplicemente straordinaria.
“L’aneddoto delle loro statuine inserite nei presepi napoletani e il flusso continuo di cibo offerto durante i loro spettacoli sottolineano un legame emotivo palpabile, che trascende la semplice popolarità.

La domanda sorge spontanea: qual è la radice di questo affetto così intenso? “Credo che l’onestà sia la chiave,” risponde Amedeo, indicando una qualità cruciale per i napoletani.

“Sanno riconoscere chi cerca di ingannarli, chi cerca di adulare con false promesse.

Noi, al contrario, abbiamo sempre rivendicato il nostro amore per il territorio, senza mai nascondere la stima e l’ammirazione per Napoli.
“Pio, con un velo di nostalgia, confessa un sogno irrealizzabile: “Avrei voluto recitare con Troisi.

Era un artista completo, capace di comunicare emozioni profonde con una semplicità disarmante.
” Sebbene non possano vantare l’influenza diretta di Totò, riconoscono l’impatto duraturo del suo genio, testimoniato dalla persistenza delle sue frasi nello slang quotidiano.
“E io pago” è diventata un’espressione universale, un marchio indelebile nella cultura popolare.

Entrambi si sentono responsabili di aver contribuito alla rivalutazione della musica neomelodica, un genere spesso stigmatizzato.

“Siamo stati tra i primi a portare questo genere su una rete nazionale,” spiega Amedeo, sottolineando il cambiamento di mentalità che ha portato alla sua accettazione.
L’iniziativa di Gigi D’Alessio di includere artisti neomelodici nel suo ultimo spettacolo segna un punto di svolta.
“Non ci vergogniamo più,” afferma Amedeo.

“Ascoltare Paolo Nutini o Franco Battiato non dovrebbe implicare una superiorità morale rispetto all’ascolto di un cantante neomelodico.

I gusti sono personali, e non devono essere fonte di giudizi.

” Questa presa di posizione è un chiaro rifiuto di un “razzismo sociale” basato su preferenze musicali.
Il tour di incontri con il pubblico, programmato nelle sale cinematografiche di Marcianise, Afragola e Casoria, rappresenta un’occasione per condividere la gioia del successo e per rafforzare il legame con il pubblico napoletano, testimoniando una relazione artistica e umana che si nutre di autenticità e reciproca ammirazione.

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